Nel '77 io avevo meno sette anni, e poche persone mi hanno raccontato qualcosa di quegli anni cosi' intensi. Cosi' poche che si possono contare sulle dita di una mano, neanche di due. Alcuni cercano di dimenticare, molti cercano di distorcere, alcuni di essi sono morti ammazzati, molti sono finiti in gaetta. Insomma, e' una storia semi-dimenticata che, grazie al libro di Paolo Pozzi, insurrezzione, ho potuto immaginarmi con la mente. E' una bella storia, un romanzo che ti rapisce, che ti fa sperare e ti fa incrociare le dita, come in quel racconto dove devono fare una rapina nella bassa padana ed entrano in paranoia. Ti fa piangere. Si anche piangere, quando ti immagini la scena di lui e di lei divisi da un vetro, nella stanza dei colloqui in carcere, e di quando gli arriva la lettera di un suo amico in esilio a Parigi, o di tante altre storie come queste…
Da divorare.
Paolo Pozzi – Insurrezione ed. DeriveApprodi
E accabbadda de fai su rivoluzionariu….t’appu connottu appiccighendi caddozzada nei murusu e immui sesi ancora appiccighendi caddozzadasa nei murusu? ah?
ma ti paridi??
ah???? chi cazzu ti creisi mr.coerenza? Labai che a sky funti aspettendudì.
Ua cuffietta esti giai pronta po tui e po sa gana de ciaciarrai chi tenisi.
Apri la porta che sono fuori.
[addirittura una pseudo recensione! sarà questa la svolta nel deserto letterario? ai posteri l’ardua sentenza..]
[prrrr]