Premessa: questo di seguito e' un commento che mi e' stato lasciato nel post sulle cariche al presidio antifascista.
E' di uno dei ragazzi, non so se di uni-libera o dell'Unione degli
Universitari (UDU), che aveva organizzato l'incontro della
presentazione delle liste presenti alle elezioni dell'Universita' di
Torino, alla quale avrebbe dovuto partecipare anche il FUAN. La presentazione era la sera del 14 maggio, esattamente il giorno che
il presidio antifascista fu caricato.
Commento:
Sono uno degli studenti che aveva organizzato l'incontro di
pressentazione delle liste che si sarebbe dovuto svolgere nel
pomeriggio. Voglio fare alcuni appunti:1)Tagli ogni cosa con il coltello, ma sei realmente sicuro di sapere
chi siano gli eroi e chi i "mostri fascisti". E poi: abbiamo davvero
ancora bisogno di eroi?2)Purtoppo nella futile e stanca democrazia che abbiamo – sistema
genbeticamente imperfetto, certo, ma trovamene tu uno più
auspicabile… – il fine non giustifica i mezzi. Ergo non possiamo
farci giustizia da soli. Fai così e, oltre i diversi fini, non c'è più
differenza tra fascismo e antifascismo. Fai così e legittimi la
violenza – fisica e non – dei fascisti. Fai così e offendi lo stesso
antifascismo. Che non è quello del '48, quella era una situazione
limite, diversa dall'attuale. L'antifascismo non è sempre uguale.3)L'azione di protesta era volta al bene comune: i fascisti non devono
entrare nell'uni e questo è meglio per tutti. Ok, ma poi mi viene da
pensare agli studenti che volevano sentire la conferenza, il
contraddittorio che si sarebbe creato, e ne avevano il diritto. Cari
antifascisti, avete leso anche i diritti degli studenti nella vostra
crociata, non dimenticatelo.E sono certo che gli stessi studenti non avrebbero impiegato molto a
capire chi era il fuan e fischiarlo. E sono certo che gli studenti (e
non dire che gli studenti erano quelli che hanno manifestato. Quella
era solo una, anche esigua, parte…) non hanno bisogno di nessuno che
parli e agisca per loro, ma hanno bisogno di strumenti di confronto.
Che gli sono stati puntualmente negati.Come dici tu i giornali sono di parte, le istituzioni corrotte. Quindi che fare?Prima della sospensione della conferenza ho parlato con alcuni dei
collettivi e dai modi e dai toni,non ero più tanto sicuro chi fosse il
fascista. Ho sempre più paura che l'antifascismo stia diventando un
gioco. Non è più bandiera da portare fieri, ma una dentro cui
nascondersi. Un qualcosa che giustifica ogni nefandezza.Con sincerita,Un antifascista. P.s. spero di non essere censurato…:)
Risposta: Caro sincero Antifascista, non solo non ti censuro ma addirittura ti concedo ampio risalto (anche se sono un brutto e cattivo autonomo). Noto con stupore la difficolta' che incontra uno studente universitario nel criticare le tesi, le opinioni e le pratiche di un'altra persona o di un gruppo. Mia cugina di 16 anni ha un senso crito molto piu' profondo, meno ingenuo e superficiale del tuo. Io non credo di essere un genio, ma confrontarmi con critiche di questa mole mi fa sembrare piu' di quello che sono. Nel tuo commento ti riferisci ad un episodio accaduto nell'atrio di palazzo nuovo il 14 maggio. Quel giorno l'universita' vedeva contrapposti, come e' sempre successo nella storia politca italiana del 1900, da una parte i fascisti e dall'altra parte dei celerini, che davano le spalle ai fasci, gli antifascisti. Gli antifascisti non sono eroi, sono cittadini dello stato italiano, con delle idee e dei valori ben precisi che non sono solo ed esclusivamente opposizione al fascismo. I fascisti non sono dei mostri in se, bensì dei cittadini come tanti altri ma con velori e pratiche ben precise che li distinguono dalle altre persone. L'antifascista va contro queste idee e queste pratiche, perche' sono l'opposto dei suoi valori. L'antifascista non va a spasso con il fascista a discutere di politica, non discute con lui se sono giuste o meno le ronde per pestare gli immigrati, se e' giusto o meno che Priebke possa usufruire della liberta', se lo sterminio di milioni di vite, tra cui ebrei, zingari, omosessuali, comunisti, anarchici, dissidenti e tanti altri, sia realmente accaduto. Probabilmente se succedesse una cosa del genere l'antifascista avrebbe un collasso e morirebbe. Lo ammetto, io e la liberta' di parola non andiamo sempre d'accordo, quando vedo il molto poco onorevole Borghezio questo rapporto se ne va a farsi benedire. E' come una reazione chimica, se so che ho davanti a me una persona che la notte va a bruciare le case della povera gente, che spruzza disinfettante dove si sono seduti gli immigrati… beh scatta quella scintilla che mi fa diventare particolarmente rosso e poco piacevole da vedere. Penso che la liberta' di parola sia un'arma che viene usata nella VOSTRA democrazia quando piu' fa comodo, se porta vantaggi viene lasciata usare, se porta svantaggi la si nega, a seconda delle situazioni e non a prescinedere. Noi antifascisti siamo coerenti almeno da questo punto di vista. La liberta' di parola ai fascisti la negheremo sempre. La negheremo ai fascisti, ai costruttori di basi militari, ai portatori di pace con gli elicotteri mangusta, ai costruttori di ponti sullo stretto, di treni ad alta velocita', ai mafiosi e agli stupratori. Noi con questa gente non ci vogliamo avere nulla a che fare, non ci faremo presentazioni di liste o tavoli per la decisione di tracciati, osservatori ecologici, economici, o la conta dei morti civili in guerra. Non ci vogliamo avere nulla a che fare, e soprattutto li contesteremo, li bloccheremo, gli negheremo agibilita' politica, fino a quando i nostri valori saranno quelli di uguaglianza, liberta', dignita'.
Lo facciamo per coerenza nei nostri valori, per le migliaia di oppressi morti durante la guerra di liberazione e durante le piccole e le grandi lotte di dignita' e uguaglianza.
Tutto il resto e' aria fritta e fuffa per gatti.
E così con i fascisti non vuoi avere a che fare… Liberissimo di decidere di fare della tua vita quello che vuoi, ma secondo me tu sbagli: le persone non si giudicano per le idee politiche. L’amicizia tra rosso e nero (per dirlo in parole povere) non è un’utopia: può esistere ed è sicuramente sincera (e parlo anche per esperienza personale)!
Se tra due persone c’è lealtà, sincerità e rispetto, chissenefrega delle idee politiche!!!
Io la vedo così.
L’agire politico lo ridiscuti in ogni occasione. A seconda del momento, a seconda della circostanza e dell’evento che hai davanti noi modifichiamo il nostro agire. In Val di Susa non ci muoviamo come ci muoviamo a Torino, e nell’universita’ ci muoviamo diversamente da come facciamo nel resto della citta’. In questo caso abbiamo ritenuto necessario il presidio all’interno di palazzo nuovo (che poi mi sembra non ci fossero fucili bastoni o altre cose… solo striscione e e megafono). Poi l’antifascismo lo facciamo tutti i giorni. Mi pare che all’interno dell’universita’ di Torino l’unico gruppo che organizza seminari autogestiti siamo noi, per cui come vedi a fianco dell’antifascismo “duro e puro” (che non vuol dire una benamata cippa) noi pratichiamo tutti i giorni il contatto con le persone, e portiamo un nostro contributo culturale all’universita’ e alla citta. Quelli che hanno paura dei “centri sociali” dicono cosi’ perche’ non ci conoscono, e questo e’ insito nella natura dei pregiudizi e nel riduzionismo che e’ causa di semplificazione dei concetti. Per cui quelli dei centri sociali sono brutti sporchi e cattivi; i “froci” o i “culattoni”, come li chiamano in parlamento, sono marpioni; i “negri” rubano … e via cosi’. Non mi preoccupo dell’uomo comune, mi preoccupo che la percezione della mia persona sia positiva agli occhi delle persone che mi stanno intorno.
Spero di essermi spiegato.
Padani, mediolani, stilisti morti, cani
e qualche mostro fotogenico
uno nessuno centomila quotidiani
il nonpensiero unico
mamma mia mamma mia dammi cento lire
chiederò all’esperto come investire
nei tuoi fondi azionari leggi il mio futuro
cicciobomba ragioniere con tre buchi nel culo
e a ogni cambio di stagione in telerevisione
le “sempre più feroci” brigate partigiane
e ancora giù cazzate come se piovesse
dal cilindro del mago le brigate rosse
e giù sorrisi canzoni e cazzate
e ulteriori cazzate a reti unificate
e girogirotondo casca il mondo
con i nostri pugni alzati ad illuderci beati
che no pasaran
Va bene il gesto esemplare e la coerenza personale, ma andando sul piano politico… non ti/vi è mai venuto il dubbio che l’antifascismo “duro e puro” oggi è sempre meno incisivo (su chi “sta fuori”) e sempre più controproducente (per chi lo pratica)? Non sarà forse necessario un adeguamento della tattica, visto che la stragrande maggioranza delle persone si spaventa alla sola vista dei “giovani dei centri sociali”?
Potrà sembrare brutto, ma oggi anche chi si dice “progressista” la pensa sostanzialmente come l’autore del commento segnalato (che però ha voluto cercare un confronto, invece di liquidarvi come farebbero quasi tutti). Questo problema come si affronta? Ribadendo la propria identità? Facendo come se niente fosse? O cercando di migliorare la propria comunicazione, e quindi ridiscutendo i modi della propria attività politica?