In Campania si sta giocando una partita importantissima per quanto riguarda la vivibilita’ delle citta’ ed il ripensamento delle politiche economiche. Il discorso che viene fatto nella regione piu’ impestata di rifiuti dell’Italia non e’ un non nel mio giardino (il famoso nimby), come piace semplificare ai giornalisti ed ai politici di turno. Le lotte contro gli inceneritori e contro le megadiscariche non hanno mai assunto questi toni. Il discorso che viene fatto li, ma che facciamo anche noi in Sardegna (non quei sardi che ieri hanno fatto gli scontri a Cagliari), e’ un discorso molto piu’ profondo che si collega da una parte ai meccanismi di produzione, dall’altra alla lotta contro la costruzione di grandi impianti che avvantaggiano solo i costruttori e danneggiano le popolazioni che le devono subire. Da quando sono cominciati i primi scontri in Campania i politici e i giornalisti hanno parlato di Camorra, di teppisti, di discariche e inceneritori da aprire, mai una volta (o comunque in maniera non sufficiente) si e’ dato il microfono alle popolazioni locali per spiegare le loro posizioni. Noi non vogliamo che i soliti a specularci sopra siano la Camorra, la Impregilo e le altre aziende che si gestiranno gli appalti e quindi i soldi dello stato. Noi vogliamo un progetto a lungo termine che parta dalla raccolta differenziata al ripensamento di alcune leggi allucinanti che producono solo tonnellate di immondizia in piu’ (solo per fare un esempio: l’obbligo di utilizzare le bustine dello zucchero nei bar, spacciato per provvedimento sanitario). Fino a quando le risposte che il governo dara’ ai cittadini di Pianura saranno quelle di discariche ed esercito, le regioni non dovranno aiutare Bassolino & co nello spostare la polvere sotto l’armadio. Infatti la situazione (come da 15 anni a questa parte) tornera’ sempre la stessa se gli interventi non saranno di segno opposto. Nel momento in cui verranno spostate le 100.000 tonnellate di rifiuti verso altre regioni, la situazione tornera’ quella di prima nel giro di un mese. Come riusciranno poi a prendere ancora per il culo la gente dicendo che lo Stato e’ dalla nostra parte?
Poi c’e’ un discorso che riguarda nello specifico la Sardegna, una terra che e’ sempre stata considerata discarica a cielo aperto, base militare e quant’altro faccia di lei una terra subordinata al resto d’Italia. Per noi sardi sembra che la solidarieta’ debbea significare accollarci i mali del resto d’Italia. E allora la base militare del Salto di Quirra, dov avviene la sperimentazione di proiettili all’uranio impoverito e altre armi ultratecnologiche, esiste per l’eterna solidarieta’ che ci lega alle popolazioni dei paesi dell’Ex Yugoslavia, quella di Teulada, che blocca il lavoro dei pescatori per tutto l’anno senza vedere una lira, e’ in solidarieta’ con gli Afghani, quella di decimo, che vede cadere aerei come se fossero pioggia, e’ in solidarieta’ con il il popolo irakeno. Poi ci sono pezzi di terra venduti a ricconi che li hanno fatti diventare cessi turistici, probabilmente in solidarieta’ con i loro figli che volevano una maserati per la maturita’. Sicuramente c’e’ solidarieta’ anche nel costruire Centri di Prima Accoglienza, ma per il momento non l’ho ancora scovata.
La lotta per l’autodeterminazione del popolo sardo deve passare anche dalla lotta per la difesa dell’ambiente ed in questo caso contro l’arrivo dei rifiuti campani.
Sicuramente esiste un sentimento popolare che la vede in questi termini, anche se sotto la bandiera di qualche partito italiano, pero’ la realta’ ieri si e’ scontrata contro parecchi inconvenienti. La presenza degli ultras ha fatto scivolare i moitivi della protesta verso quelli dello scontro fra tifoserie (in questo caso l’episodio che ha fatto nascere l’odio e’ stato lo spareggio tra Cagliari e Piacenza giocato al San Paolo, dove i tifosi partenopei, nonostante il gemellaggio, aggredirono i tifosi cagliaritani), mentre a destra hanno pensato bene di strumentalizzarla solo per questioni di colore, ovvero il classico opportunismo politico. Gli stessi che ieri sventolavano le bandiere nere e quelle di alleanza nazionale, sette anni fa, quando volevano creare il sito unico di stoccaggio di scorie nucleari, erano nel governo che le aveva accettate.
Per concludere, se per caso dal testo non si fosse capito..
SOLIDARIETA’ ALLA POPOLAZIONE DELLA CAMPANIA IN LOTTA CONTRO STATO E CAMORRA.
Caro compagno e conterraeo, credo, come te che il discorso da fare sia molto più complesso di quello che la stampa rende pubblico.
Non sto a dirti neppure quanto ci tengo che la mia terra sia protetta e rispettata.
Però la realtà è che a Napoli e dintorni stanno veramente nella merda. Devi vederla per capire. Io ci sono stata il mese scorso. Purtroppo il discorso sulla raccolta differenziata non è una cosa che si mette in pratica da un giorno all’altro. Ma è una cosa sulla quale non dobbiamo mai smettere d’insistere!!!
Però permettimi di dire la mia su cosa è successo a Cagliari…
Non è solo questione di nascondere la polvere sotto al tappeto.
Si tratta di solidarietà.
Noi, in Sardegna, come qui nel Lazio, abbiamo la capacità di smaltire la parte dei rifiuti campani che ci è stata consegnata.
E’ pratica e morale assieme.
Mi vergogno per i politici sardi e i fancazzisti che hanno approfittato della situazione.
Mi vergogno come Sarda per quei sardi che ragionano come un calderoli.
La lega nord non vuole la mondezza del Sud, proprio loro che sono la causa di tutti i nostri disagi. Proprio loro che godono da decenni dell’esistenza della camorra e hanno tutto da guadagnarci.
Anni fa milano ha avuto l’emergenza rifiuti, ed è stata aiutata dall’Emilia Romagna.
E’ importante smuovere la politica, far sentire la nostra voce e la pretesa di un rispetto concreto della Natura e di noi stessi. Ma adesso c’è un’urgenza, e negare l’aiuto solo per questioni di principio, solo per dimostrare il nostro scontento, è una contaddizione.
Si lotta sostenendosi, si lotta aiutandosi. Contro l’ignoranza, l’indifferenza, il disimpegno, e le proteste per sport.
Hai ragione: è triste che invece di partire da zero siamo costretti a partire da sotto zero, siamo costretti a doverci confrontare prima con i problemi, piuttosto che coltivare su un terreno già pronto. Ma così è la situazione attuale, e da qui la dobbiamo cambiare.
Un saluto a Torino, città continentale di Gramsci, dalla Roma affaticata e papale.
http://www.youtube.com/watch?v=2tFuNctjP3M
Non farmi ricorda la storia della spiaggia che mi viene da piangere.
Ascù ma dove ne era quella gente quando ne hanno messo la sabbia purescia al poetto?
Sa terra nostra no d’eus amada cummenti deppiad’essi amada po tottu custu tempu e ariseru ci seus postus po nudda, po nudda de aberus, po n’ci essiri in sa televisioni, po n’ci essiri prus togu a sa prossima eletzioni!! As biu est scetti custu su beni ki olleusu a sa terra nosta: sa televisioni.
A nai sa beridadi su ki m’ada praxi de prusu esti domandai a cussa genti balossa ki est andara a su portu nou innui anti postu issus s’aliga in cust’urtimus trint’annus, poitta is muntronaxius de Molentargius, de sa 554 e is attrus milli ki n’ci fianta no si funti fattus a solus. Cussa est stettia faina nostra, no est faina ‘e genti allena e no est unu pag’e aliga de Napoli a cambiai is cosasa innoi!!
(unu pag’e aliga: po essi pibincu prus pagu de su ki gettausu a Kasteddu e bixinau in d’una dì scetti)
Esti a si scidai de su sonnu po pretendi de sa genti nostra, e no de is attrusu, su ki no eus fattu fintzas a immoi!!
A si biri mellus.