Tre racconti di chi era al porto canale a bloccare la nave dei rifiuti.

Al Porto-Canale di Cagliari, Giovedì 10 Gennaio 2008.


Dalla mattina gira voce che una nave piena di rifiuti è partita da Napoli
per la Sardegna, l’approdo è sconosciuto, a Olbia o a Cagliari al porto o
al porto canale (sono due approdi distinti).
Alla una e mezza, all’ingresso principale del porto canale, sono presenti
una dozzina di persone, in maggioranza, ma non solo, militanti di Sardigna
Natzione (un partito indipendentista). I due finanzieri all’ingresso sono
nervosi, arrivano alcune guardie municipali che ci suggeriscono di
rimanere dove siamo. Decidiamo di entrare nel timore che chiudano i
cancelli, i finanzieri tentano inutilmente di impedircelo. Raggiungiamo la
banchina, dell a nave non c’è traccia, l’orizzonte è sgombro, con noi è
entrato anche qualche giornalista.
Dietro di noi i cancelli sono stati chiusi e arriva la polizia a
presidiarli, al cancello a noi più vicino cominciano a radunarsi
manifestanti che fanno pressione per entrare. Verso le 15-15:30 ce la
fanno, nel secondo scavalcamento dei cancelli ci raggiungono al molo una
trentntina di persone. Alla fine ci sono due gruppi organizzati, entrambi
indipendentisti, IRS e Sardigna Natzione, più qualche altro militante
sparso, social forum, anarchici, antimilitaristi, A Manca P.S’I. .
Entra in rada un gommone pieno di militanti di AN, si avvicinano, ci
avvertono che la nave si stà avvicinando, li mandiamo a quel paese
raccomandandogli di raggiungerla per farsi caricare a bordo e aggiungere
al carico, se ne vanno.
Con i rinforzi arriva anche la polizia, inizialmente 15 antisommossa (PS e
Finanza), molti digos in borghese, il Questore in persona con tutti i
dirigenti. A un’ordine del questore gli antisommossa partono verso il
fondo della banchina, in quel momento sguarnito, nel tentativo di
occuparlo. Una decina di manifestanti cercano di precederli in corsa ma
vengono respinti. La polizia forma un cordone per difendere le sue
posizioni.
Verso le 16 appare la nave all’orizzonte.
A quel punto arriva anche l’onorevole Pili (Forza Italia, deputato
regionale, ex presidente della giunta), che se ne va a confabulare col
Questore, la polizia, i dirigenti del porto, i capi IRS e SN (Gavino Sale
e Bustianu Cumpostu). La nave si avvicina, lentissima, snervante.
Dopo una mezzora le trattative evidentemente falliscono. Il Questore a
quel punto ordina ai suoi uomini di sgomberarci ma resistiamo e la manovra
non riesce: per ogni manifestante trascinato via un altro prende il suo
posto. Il Questore, dopo essersela inutilmente presa con una ragazza,
decide di far catturare quelli che secondo lui so no i capi: Gavino Sale e
Bustiano Cumpostu. La manovra risulta controproducente, infatti quando
Sale viene trascinato via il gruppo di IRS, che sino a quel momento si era
tenuto in disparte in fondo al molo, parte di corsa per liberarlo e, nello
slancio, sfonda il cordone di polizia e occupa la parte di banchina che ci
avevano sottratto. Il Questore Deiana per il momento desiste, la polizia
si ferma in attesa di rinforzi e anche la nave si ferma e butta l’ancora
fuori dall’ingresso della rada. Nel frattempo tre persone sono state
fermate.
La pausa dura un’ora, nel frattempo qualcuno riesce a infiltrarsi
all’interno, ora saremo 50 persone, purtroppo però questo numero non
aumenterà ulteriormente. Giovani militanti del PRC appena entrati ci
avvertono che ai cancelli si stanno radunando numerosi militanti di gruppi
fascisti (AN e Forza Nuova).
Verso le 17:30 la nave leva le ancore e ricomincia ad avvicinarsi. Noi
presidiamo tutte le bitte per impedirne l’attracco, la polizia, che nel
frattempo è più che raddoppiata, deve assolutamente sgomberarle. La
battaglia delle bitte dura circa un’ora tra spinte, baruffe e manifestanti
trascinati via (avviene anche un altro fermo). A un certo punto la polizia
cerca di dividere il molo in due per far attraccare la nave nella prima
parte, ma la manovra fallisce perché lo spazio è troppo ampio e molti
filtrano in mezzo ai container, alle spalle del cordone, e vanno a dar
manforte alle bitte sotto attacco. In questa fase possiamo osservare
quella merda di Pili sedersi in banchina, scostato di poco dai
manifestanti sotto attacco, al sicuro, ignorato e rispettato dai
poliziotti, per mostrarsi in lotta di fronte ai giornalisti. Qualcuno lo
avrebbe volentieri buttato in mare se non fossimo stati troppo impegnati a
difenderci.
Quando la polizia riesce a finalmente liberare e a presidiare alcune
bitte, la nave è già da un pò a fianco della banc hina, pronta ad
attraccare, ma la situazione è tutt’altro che risolta.
Terminata la battaglia delle bitte inizia quella delle gomene. Ogni volta
che dalla nave lanciano una gomena per l’attracco i manifestanti si
intromettono e impediscono ai portuali di recuperarla. Si mette in mezzo
la polizia e finisce in un gigantesco tiro alla fune con contorno di
spintonamenti, inseguimenti e botte. La polizia nel frattempo è molto
aumentata (ci saranno 60-70 antisommossa, carabinieri compresi) e
incattivita, ma dall’altra parte nessuno molla. Verso le 20:00 la nave è
saldamente ancorata alla banchina, ma non è finita qui.
Dopo la battaglia delle gomene inizia quella del ponte, infatti i
manifestanti occupano il settore di banchina dove la nave dovrebbe
abbassare il ponte levatoio per sbarcare i camion. Gli spintoni non
bastano, la polizia sposta gli automezzi per proteggere i fianchi dello
schieramento, occupa il bordo banchina ma ha bisogno di rinfo rzi e un gran
numero di uomini sono impegnati a difendere i cancelli e sorvegliare
l’intero, gigantesco, perimetro del porto-canale da altre intrusioni.
Infine i rinforzi arrivano e organizzano un fronte compatto di scudi e
manganelli. Alcuni manifestanti si sdraiano in terra di fronte a loro
nella convinzione di fermarli, ma quelli partono in avanti, li calpestano,
li trascinano via, alcuni poliziotti inciampano e cadono in una confusione
indescrivibile.
Il risultato è che la nave riesce ad abbassare il ponte, ma i camion
ancora non possono sbarcare perché di fronte c’è ancora il fronte compatto
dei manifestanti. Ulteriori rinforzi vengono bloccati dai manifestanti ai
cancelli.
Il Questore è furibondo per non essere ancora riuscito a risolvere la
situazione e urla ordini e insulti ai suoi tirapiedi, a loro volta fuori
di se per il la stanchezza, la rabbia e il nervosismo. Lo testimonia la
testata in faccia che il capo celere Clerici tir a all’onorevole Pili in
diretta televisiva, anche se devo precisare che purtroppo Pili non si è
fatto praticamente nulla (tanto che mi viene il sospetto che Pili abbia
pagato Clerici per fargli questo favore). A questo punto l’ordine è quello
di caricare i manifestanti con la massima durezza, trascinarli via con la
forza e rinchiuderli sui mezzi. L’unico modo per sbarazzarsene
definitivamente. Purtroppo quest’ultima operazione riesce, 40 manifestanti
vengono catturati in questa fase, qualcuno contuso, solo pochi riescono a
fuggire e a raggiungere i blocchi ai cancelli. Evidentemente nella fase
precedente qualche destro doveva essersi infiltrato alle banchine, infatti
mi sono ritrovato nel furgone con un noto infame di Alleanza Nazionale.
Alle 23:00, dopo sette ore di battaglia, i 25 camion di immondezza escono
dal ventre della nave, ma non è finita qui. I cancelli sono bloccati dai
manifestanti. Incomincia la battaglia dei cancelli.
Rim ane il rammarico per essere stati così pochi: se 50 persone in banchina
sono state capaci di impedire lo sbarco dell’aliga per sette ore, fossimo
stati in 500 forse quello sbarco non sarebbe nemmeno avvenuto.

Uno che c’era



Rilevo la schizofrenica gestione della piazza da parte delle divise e
confermo che nelle fasi finali erano presenti tre militanti di fiamma
tricolore e due di forza italia, aggiungo qualche elemento sulla battaglia
ai cancelli. Nel momento in cui la polizia inizia a caricare sui furgoni il
numero maggiore di manifestanti nelle fasi finali dentro il porto, chi
riesce a svicolare si dirige verso il primo cancello presidiato da AN e FI e
scavalcando la recinzione davanti alla polizia indifferente si unisce ai
manifestanti fuori dai cancelli... tutti di destra! ... e tenta di fare quel
che può, ma i presupposti non sono dei migliori per un blocco serio. A
questo punto i camion sono in coda davanti al cancello e i carabinieri per
permettere l'uscita iniziano a lanciare lacrimogeni, fino a quel momento non
utilizzati, e a fare delle piccole cariche, a cui una piccola parte dei
manifestanti risponde lanciando pietre o resistendo alle manganellate,
un'altra parte, molto più consistente, correndo per centinaia di metri
(sproporzionati rispetto all'attacco dei carabinieri che così acquistavano
terreno; poche persone sembravano sapere cosa stavano facendo, e i destri
più risoluti si "alteravano" alquanto con quelli che davano l'idea di essere
quadri per il loro atteggiamento vigliacco). Comunque è subito chiaro che
una resistenza così blanda, anche rispetto a quella incasinata ma testarda
dell'interno del porto, sarebbe stata in breve superata, a fronte del fatto
che probabilmente quel cancello era il punto debole che avrebbe permesso
davvero un blocco duraturo. Anche il furgone di forza italia che fino a quel
momento bloccava la strada viene spostato, e i camion si dirigono verso
giorgino per evitare di passare vicino agli altri cancelli presidiati dai
manifestanti. In questo caso il problema è stato di numero ma anche di
"qualità" dei manifestanti, sicuramente più morbidi (oltr e naturalmente per
il loro colore politico!).

Un'altra che c'era



Sono stato richiamato al porto canale dopo le 8 di sera, quando mi son
arrivate delle telefonate allarmate che parlavano di fermi di parecchi
compagni che stavano cercando di bloccare l'arrivo della nave. Dalle
comunicazioni capisco che la situazione è tesa e il messaggio che arriva è
quello di andare in numero maggior possibile a bloccare i cancelli. Faccio
un giro di telefonate molto largo e vado anche io al porto canale. Arrivo e
parcheggio ma resto perplesso perchè fuori dal primo cancello c'è parecchia
gente di AN, FI, altri destri, un bus elettorale con la faccia di berlusca,
ma compagni nulla, di nessuna area politica... fortunatamente sapevo, per
essere già stato lì nel primo pomeriggio, che c'erano altri due cancelli,
vicini tra di loro, a distanza di almeno 600/800 metri dal primo. In quel
momento
intuisco che questo primo impatto potrebbe essere un problema per chi arriva
e si trova questa scena, e infatti sucessivamente, nei contatti con parecchi
amici e compagni, ne avrò conferma: tanti hanno fatto marcia indietro
vedendo questa gente del centro destra fare un finto presidio al primo
cancello. Perchè finto, pare, si dirà poi. Arrivo lì e trovo tante facce
conosciute, in ordine sparso, ed insieme anche ad altra gente venuta
singolarmente, richiamata dalla notizia che c'era qualcuno a bloccare la
banchina.
Si rimane lì a cercare di avere notizie da dentro e non sappiamo manco se e
dove riuscire a raggiungerli: vediamo di sicuro che ci son parecchie divise
a proteggere i varchi. Ad un certo punto siamo anche oltre il cancello,
facendo melina con alcuni finanzieri, e potremo anche sfondare
all'improvviso, basterebbe un forza paris, ma in realtà non sappiamo neanche
dove andare poi...
si pensa un pò tutti, istintivamente, che se ci son camion da sbarcare
dovranno passare dai cancelli: quindi si resta lì e si impedisce il
passaggio di tutti, anche se la nave non ha ancora ormeggiato. Saremo circa
cento persone quelle che stanno presidiando. C'è anche tanta gente che
curiosa e anche alcuni ragazzini di destra in incognito (secondo loro) che
son di casa al primo cancello, che vengono a curiosare.
Ad un certo punto vediamo arrivare dalla strada che proviene da Cagliari una
lunga serie di macchine e camionette dei carabinieri, che vanno dritte al
terzo cancello mentre noi presidiamo il secondo. In un attimo siamo sul
terzo cancello e blocchiamo per istinto l'ingresso ai caramba: sappiamo che
se dovessero entrare la loro forza va tutta ad abbattersi addosso a chi sta
bloccando le banchine, e non ci sembra proprio il caso.
Il confronto con i caramba dura un bel pò, anche perchè loro devono entrare
insieme alle macchine e bloccarli è più semplice che bloccare militari a
piedi, ma non è manco semplice. Devo dire che si mettono un pò tutti a
contrapporsi, gente di tutte le età, e la cosa funziona. Riescono ad
entrare, di prepotenza, solo
alcune macchine e gli altri devono rinunciare. Si resta ancora fermi al
cancello a lungo sinchè non arriva il sospetto e poi la certezza, che i
camion con l'aliga stanno uscendo da un altro ingresso e così abbandoniamo
il presidio.
In molti di noi ci chiediamo da dove siano entrati tutti i poliziotti che
dentro stanno caricando da ore i presidianti della banchina. Il sospetto
cade istintivamente sul cancello di AN e FI.
Arriviamo dopo mezzanotte in questura dove andiamo a prendere compagni ed
amici. Solo qui vediamo scendere dal pullman blu della pula anche dei
destri. Ci chiediamo dove siano stati presi dalla pula.

un'altro che c'era ancora

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