L’11 luglio 2008 saranno trascorsi esattamente due anni dall’avvio dalla
“operazione arcadia”. L’11 luglio del 2006, con grande enfasi mediatica,
lo stato italiano scatenava una imponente operazione di repressione che
portava all’arresto di 10 militanti di a Manca pro s’Indipendentzia e
all’iscrizione nel registro degli indagati di 54 persone, a vario titolo
appartenenti al movimento indipendentista. L’accusa si basa su delle
intercettazioni ambientali riportate su foglio, trascrivendo e
affiancando con tantissimi e infiniti “puntini puntini” anche singole
parole estrapolate da diversi discorsi, con un magistrale lavoro di
“copia e incolla”.
Sin da subito, nonostante le affermazioni romboanti rilasciate nei primi
giorni dagli inquirenti, emersero obiettive le molteplici crepe
nell’impianto accusatorio, a partire dalla vicenda di un militante
incarcerato per una intercettazione fatta in Sardegna che riuscì a
dimostrare che in realtà nel giorno indicato si trovava all’estero e fu
immediattamente scarcerato. Dopo diversi mesi di carcere tutti i
militanti sono stati scarcerati ma ormai i riflettori della propaganda
mediatica si erano da tempo spenti. A tutt’oggi poco o niente si è detto
e scritto sul fatto che a distanza di due anni dagli arresti e di
diversi anni dall’apertura delle indagini queste siano ancora aperte o
meglio ancora non formalmente chiuse.
A due anni esatti dallo scattenarsi della caccia alle streghe
indipendentiste, venerdì 11 luglio 2008, alle ore 10.30, a Manca pro s’Indipendentzia
convoca una conferenza stampa presso la propria sede nazionale, in via
A. Saffi 12 a Nuoro.
Per ricordare una delle pagine più nere delle repressione italiana
contro il movimento di liberazione nazionale ma anche per fare
un’analisi sulle modalità attraverso le quali la magistratura italiana
ha agito in questi due anni.
Nuoro, 8 luglio 2008
A Manca
pro s’Indipendentzia