25 aprile di resistenza a Cagliari. La polizia carica, gli antifascisti reggono.

La giornata di oggi segna un solco profondo con la
tradizione cagliaritana di gestione del 25 aprile, fatta di
commemorazioni e passeggiate che convivevano con la presenza fascista
in città indisturbata e protetta da un ingente numero di forze
dell’ordine. Da numerosi anni, infatti, due anime popolano le piazze
del 25 aprile: da una parte il corteo istituzionale per celebrare la
festa della liberazione dal nazi-fascismo, dall’altra, nelle scalinate
della basilica di Bonaria, tutta la destra sarda composta da un
centinaio di persone che commemora i caduti della R.S.I.. Negli ultimi
due anni i fascisti hanno osata di più senza trovare particolari
resistenze, il 25 aprile infatti da due anni organizzano un corteo da
piazza Garibaldi a Piazza Gramsci dove risiede il monumento ai caduti.

Il
solco sta tra la decisione dei vari partiti e del comitato antifascista
che organizza la giornata del 25 aprile di non porre al centro
dell’attenzione l’agibilità politica che da parte di questura,
prefettura e comune viene concessa a Fiamma Tricolore, Forza Nuova e la
anomala Azione Giovani, e la risolutezza che quest’anno hanno avuto
studenti e lavoratori autorganizzatisi per tentare di bloccare i
fascisti.

 

L’appuntamento era per un’ora e mezza prima del concentramento di continuità ideale,
la sigla che creano i fascisti per il 25 aprile, ma già a quell’ora, le
17.00, un grosso dispiegamento di polizia mandava via la prima
quarantina di compagni prendendo ad alcuni di essi le generalità. Gli
antifascisti si spostano nella poco più lontana piazza costituzione
incontrando nelle vicinanza alcuni fascisti che se la danno a gambe
levate. A quel punto al ricompattamento gli antifascisti scendono
nuovamente verso via Sonnino e si attestano a 200 metri dall’approdo
del corteo pro repubblichini. Lo striscione rinforzato arriva giusto in
tempo per l’arrivo della celere che senza pre-avvertimento carica
brutalmente il presidio degli studenti che a quel punto sarà stato di
un centoventi, centocinquanta di persone. La carica della polizia dura
diversi minuti ma, forse per la prima volta a Cagliari, il presidio
regge senza fuggire e senza arretrare, contando “solo” cinque feriti
nonostante negli occhi dei poliziotti le intenzioni fossero ben
peggiori.

Il presidio a quel punto si
trasforma in un corteo non autorizzato (come non autorizzato era il
concentramento in piazza Gramsci, già concessa ai fascisti) che
attraversa le vie centrali dello shopping cagliaritano comunicando alla
cittadinanza quanto appena venuto e indicandone nella questura e nella
prefettura i responsabili.

Il corteo si scioglie, ancora rabbioso, in piazza del Carmine dove si svolge il concerto finale dei festeggiamenti per la Liberazione, alcuni compagni salgono sul palco per raccontare quanto appena successo riscontrando l’applauso dei partecipanti.

 

Dopo
le contestazioni al corteo per ricordare le foibe a Febbraio ed anche
lì scontri con la polizia, ci rimane un 25 aprile di resistenza anomalo
ma carico di significato e di prospettiva per la citta’ di Cagliari,
abituata a subire in silenzio l’onta di veder sfilare i fascisti.

Rassegna stama:

L’unione sarda

 

 

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