L’inferno di Gradisca. Cariche e pestaggi al CIE da parte di polizia ed esercito ai danni dei migranti. (21 settembre 2009)

Il 21 Settembre 2009, nel lager chiamato CIE (centro di identificazione ed espulsione) di Gradisca in provincia di Gorizia, scoppia una rivolta. 
Tutto comincia la notte del 20, quando in 35 tentano la fuga dal Cie. Purtroppo il tentativo è sventato dalla polizia, che comincia a picchiare brutalmente i fuggiaschi. A questo punto gli altri reclusi, anche chi non aveva partecipato all’evasione fallita, iniziano a protestare e salgono sui tetti, rimanendoci fino alle 6 di questa mattina. Pare che siano anche giunti sul posto dei giornalisti, che forse hanno preferito mantenere il riserbo sulla vicenda (sono sempre giorni di lutto, questi…). All’alba, dietro la promessa della polizia di non fare rappresaglie, i reclusi scendono dai tetti, e la situazione ritorna tranquilla. Fino alle 13, quando scatta una perquisizione. I poliziotti si lasciano andare ad offese pesanti, strappando in due un Corano, e pare che durante il loro passaggio siano spariti anche dei soldi e dei cellulari. Di lì a poco, scoppia la rivolta.

Almeno una ventina di feriti con la polizia che picchia e tira lacrimogeni nelle celle.  

Potete scaricare il video per metterlo sui vostri siti di modo che, nel caso di censura, non sparisca dalla rete. gradisca-pestaggio-21-settembre.wmv

http://www.youtube.com/watch?v=iY9LRpG6Ga8 

Posted in Antifa, Politica | Comments Off on L’inferno di Gradisca. Cariche e pestaggi al CIE da parte di polizia ed esercito ai danni dei migranti. (21 settembre 2009)

Bruno Libero! A Manca pro s’Indipendentzia RESISTE!

Noi conosciamo Bruno Bellomonte

Noi conosciamo Bruno Bellomonte, "il sardo arrestato il 10 giugno
nell’ambito dell’inchiesta sulle nuove BR".

Noi conosciamo Bruno Bellomonte per il suo quotidiano impegno politico alla
luce del sole, impegno fatto di manifestazioni, assemblee, iniziative
pubbliche, feste popolari nelle piazze, nelle strade, nei quartieri, nei
paesi.

Noi conosciamo Bruno Bellomonte per le sue idee convinte di comunista
indipendentista, militante di A Manca, che crede nelle lotte popolari per la
liberazione delle classi lavoratrici e dei popoli oppressi.

Noi non crediamo che Bruno Bellomonte abbia a che fare in qualsivoglia modo
con la lotta armata clandestina, come già in passato è stato dimostrato
dalla caduta delle accuse formulate contro di lui nella patetica operazione
"Arcadia".

Noi crediamo invece che questa sia l’ennesima montatura giudiziaria volta a
criminalizzare i movimenti di lotta e a distogliere, con la complicità dei
mass-media asserviti, l’attenzione dai drammi quotidiani (guerra, morti sul
lavoro, disoccupazione, precarietà).

BRUNO LIBERO! SUBITO!

BRUNU LÌBERU! DE PRESSI!

http://www.youtube.com/watch?v=StZtfBI_E0E

Posted in Questione sarda, Repressione in Sardegna | Comments Off on Bruno Libero! A Manca pro s’Indipendentzia RESISTE!

Altri arresti per terrorismo, altre montature, altri patrioti sardi nelle galere italiane

Nella giornata di ieri, e’ stata svolta dalla DIGOS di mezza Italia un’operazione antiterrorismo che ha portato all’arresto di 6 persone accusate di stare progettando attentati contro il G8 che si sarebbe dovuto svolgere a La Maddalena questo Luglio. Gli arresti sono stati effettuati a Roma, Genova e Milano e gli inquirenti sarebbero arrivati ai 6 attraverso intercettazioni partite dal 2007. 

Le notizie date dalle agenzie e dai telegiornali sono abbastanza diverse tra loro e cercano di non far emergere alcuni particolari che sono pero’ assai interessanti. Si parla di un intero arsenale costituito da bombe, pistole e mitragliette; su alcune agenzie solo di mitragliette, su altri giornali ancora di niente. Ma al di la’ di questo c’è dell’altro.

Tra gli arrestati, infatti, vi e’ un dirigente del direttivo politico di a Manca pro s’Indipendetzia già arrestato nel 2007 nella tristemente famosa operazione “Arcadia”. Questa mirava a decapitare l’organizzazione indipendentista sarda con 10 arresti e una cinquantina di perquisizioni. Bruno venne messo in carcere per poi venire liberato qualche giorno dopo in quanto il suo passaporto dimostrava che all’epoca degli attentati si trovava in terra marocchina. La stessa operazione Arcadia si e’ rivelata un flop totale, intercettazioni mute e prove granitiche che sono evaporata al primo sole di Agosto. 

Sono passati quasi tre anni e di quel processo non si sa ancora nulla. Quello che si sa e’ che 10 compagni hanno subito la galera, di questi 8 hanno perso 10 mesi della loro vita in carcere perché c’era la possibilità di reiterazione del reato. In questi tre anni dagli arresti la polizia italiana non si e’ mai stancata si cercare, controllare e stare col fiato sul collo agli indipendentisti. Ci sono stati continui ritrovamenti di microspie nelle macchine e nelle case dei militanti indipendentisti, ma anche nelle sedi dell’organizzazione, apparecchi sofisticatissimi che pero’ non sono mai stati chiesti indietro dagli inquirenti. Bruno sapeva quindi benissimo di essere sotto controllo, sorvegliato in ogni suo spostamento. 

Ma c’è stato anche qualcos’altro oltre a questo. Da dopo gli arresti, quell’organizzazione che volevano morta decapitata ha saputo reagire e crescere. Al suo fianco durante le manifestazioni di solidarietà centinaia di sardi sono scesi in piazza e poi migliaia di essi hanno dato il loro voto durante le ultime regionali e molti di più hanno seguito le indicazioni date dai partiti indipendentisti alle ultime Europee, l’astensione. La Sardegna, infatti, e’ stata la terra con la più alta astensione alle urne, solo il 40 % degli aventi diritti al voto si sono recati ai seggi.

Colpire Bruno oggi vuol dire anche colpire le migliaia di persone che gravitano intorno all’indipendentismo sardo.

Posted in Questione sarda, Repressione in Sardegna | Comments Off on Altri arresti per terrorismo, altre montature, altri patrioti sardi nelle galere italiane

La rivolta di Torino, il video. [Parte 1a]

19 Maggio Torino – G8 dell’Universita’.

La rivolta di Torino. 

Posted in General | Comments Off on La rivolta di Torino, il video. [Parte 1a]

La tragedia della Saras. Lacrime di coccodrillo & rabbia operaia.

Luigi, Daniele e Bruno sono morti ieri in una delle più grandi raffinerie d’Europa: la Saras del gruppo Moratti. Dovevano compiere una semplice operazione di routine, la pulizia di un serbatoio. Sono morti in sequenza per cercare di aiutare chi era rimasto vittima dentro quella trappola; l’ultimo ad entrare e’ stato Daniele con una maschera anti-gas, precauzione inutile, "qualcosa" è andato storto ed anche lui ci ha rimesso la pelle. Ancora morti sul lavoro, ancora vittime del risparmio aziendale, attento ai guadagni e non alle perdite…

Niente di nuovo alla Saras
I 3 lavoratori di Villa San Pietro erano dipendenti di una ditta esterna. Le ditte esterne fanno risparmiare all’azienda almeno il 30 % ed il lavoro viene comunque svolto nei tempi richiesti. Parafrasando le parole di un operaio intervistato nel documentario "Oil", le gare d’appalto si svolgono su costi bassi e per rientrare nei tempi, con il minimo indispensabile di personale, i turni di lavoro diventano massacranti e la sicurezza và di conseguenza a farsi benedire. Risultato? Incidenti sul lavoro, proprio come quello che ieri è costato la vita a 3 lavoratori.

Le lacrime di coccodrillo
I Moratti stanno "vicino alle famiglie delle vittime" titolano i giornali. Lacrime da coccodrillo, come molte altre, la loro attenzione era concentrata nel tentativo di bloccare la proiezione del documentario suddetto per non ledere l’immagine del gruppo… Torniamo ad assistere all’ennesimo teatrino del finto dolore di politici e imprenditori, con la presa di parola di personaggi che sarebbe meglio se tacessero, gli stessi corsi a dichiararsi, 2 anni fa, "scossi" dalla tragedia della Thyssen Krupp di Torino… Acqua ne è passata sotto i ponti, ma le dichiarazioni e le promesse sono rimaste aria fritta, con gli operai che continuano quotidianamente a morire in fabbrica e nei cantieri. 

La rabbia operaia
Alle 7 di questa mattina cancelli chiusi e oltre 2mila persone in presidio fuori dalla Saras: 8 ore di sciopero nella provincia di Cagliari, 4 nel resto della Sardegna per il comparto dei metalmeccanici. Tanta la rabbia fuori dai cancelli, sui quali i colleghi dei 3 lavoratori morti hanno legato 3 rose rosse e 3 rose bianche. Nel pomeriggio è arrivata la conferma che lo sciopero sarà esteso anche per i prossimi 2 giorni, lo stabilimento rimarrà bloccato fino a lunedi, si è inoltre deciso di bloccare a tempo indeterminato ogni ricorso agli straordinari. Le autorità di Sarroch e di Villa San Pietro hanno proclamato quindi 3 giorni di lutto cittadino a partire da oggi. Dopo aver confermato lo sciopero dei metalmeccanici sardi nel giorno dei funerali, le segreterie di Cgil Cisl e Uil hanno sottolineato come "il tragico episodio ripropone con urgenza il tema della sicurezza nella raffineria", la Fiom si costituità parte civile. Ma probabilmente sarebbe il caso di bloccarli "prima" gli stabilimenti, fermare le produzioni per esigere sicurezza e diritti, il "dopo" è troppo spesso testimonianza. Nel frattempo altri 3 lavoratori han perso la vita, e il bollettino di guerra sui posti di lavoro non conosce fine.

 
http://www.youtube.com/watch?v=1xHw4eNKPIU 

Posted in Politica, Questione sarda | Comments Off on La tragedia della Saras. Lacrime di coccodrillo & rabbia operaia.

La rivolta di Torino. di Francesco Raparelli

L’Italia è davvero un paese insopportabile e questo non tanto perché a governarlo c’è una solida maggioranza razzista e neocon, una maggioranza radicata nel tessuto produttivo, imbattibile nella scena mediatica, ma soprattutto per la mediocrità della sua opposizione. Un’opposizione senza coraggio né passioni. Basta leggere i giornali di oggi, meglio la Repubblica, o leggere le dichiarazioni di Franceschini per fare questa breve considerazione.

Quando sono esplosi gli studenti greci, al seguito dell’omicidio del povero Alexis, Ilvo Diamanti ha scritto per Repubblica analisi per nulla banali sul tratto comune della  nuova generazione in lotta: dalla Francia all’Italia, dalla Grecia alla Spagna ‒ parafrasando le parole di Diamanti ‒ una generazione estranea al patto sociale alza la testa e pretende di riavere indietro il futuro che la precarietà le ha sottratto. Nelle scorse settimane, mentre in Francia venivano sequestrati i manager, Bernardo Valli ha dedicato pagine importanti all’anomalia d’oltralpe.

Il radicalismo francese è una sorta di modello da coccolare per la sinistra italica, sempre utile per ricordare a Berlusconi che anche la destra neocon più raffinata, quella di Sarkò, è tutt’altro che al sicuro. Poi Londra e l’assedio della City: per la prima volta capita di leggere Ezio Mauro e Massimo Giannini che si spingono a giustificare la rabbia anti-banche. Certo entrambi condannano la violenza, ma ratificano la necessità di un nuovo patto sociale contro la crisi. Aggiungo infine un elemento non marginale. L’Italia è un paese in cui le sue sinistre celebrano da quasi mezzo secolo i fasti del sessantotto studentesco. Un sessantotto senza operai e senza rivoluzione, indubbiamente, educato e pieno di buona società, comunque anno straordinario e senza pari. Nel sessantotto romano spicca un’esperienza che nessun politico della sinistra italica ha mai ripudiato: Valle Giulia. Quanto accaduto ieri a Torino non si discosta molto, nella sostanza materiale, dai fatti di quarant’anni fa, così come, seppur con molte differenze, dalle rivolte greche e francesi. Ma ripercorriamo, fuori dalle menzogne giornalistiche, gli eventi torinesi. Almeno 10.000 studenti si mettono in corteo, giunti da tutta Italia, oltre che dalle facoltà torinesi. Desiderio condiviso da tutti è quello di violare la zona rossa, per dire basta a città militarizzate e per opporsi alle riforme universitarie. Migliaia di studenti dell’Onda hanno messo da parte la paura, quella propria della solitudine, e con il coraggio intenso dell’esperienza collettiva hanno provato a camminare, nonostante la polizia in assetto antisommossa cingesse d’assedio il castello del Valentino. Scudi di plexiglass e caschi a proteggere la propria testa dai tonfa. Poi le cariche, già violente il giorno prima. Manganelli, ma soprattutto tanti lacrimogeni, quelli al Cs di genovese memoria, come Mortola. Poi la difesa, agita tutti assieme, senza alcuna separazione tra buoni e cattivi. Immediata la gestione giornalistica: no global e violenti prendono l’Onda in ostaggio. Corriere e Repubblica sostanzialmente omogenei, per la prima volta da settembre.Occorre dirlo a voce alta, in questo paese di razzisti e codardi, ieri migliaia di studenti dell’Onda hanno alzato la testa, nei confronti di chi alla contrattazione sociale ha sostituito l’autoritarismo. Dopo mesi di lotte gli studenti italiani hanno ricevuto porte chiuse e manganelli. Da che parte sta la violenza, quella vera, quella del potere cieco e sordo? Ieri a Torino c’era solo indignazione, forte e ragionevole.
 
Francesco Raparelli, Dottorando di ricerca in Filosofia politica

Posted in NO GELMINI | Comments Off on La rivolta di Torino. di Francesco Raparelli

L’onda occupa gli uffici del Miur: preparatevi ad un’altra mareggiata!

Universitari e medi lanciano la mobilitazione contro il G8 University Summit di Torino: occupazione e corteo per il centro cittadino.

Una cinquantina di studenti e studentesse dell’Onda torinese ha occupato oggi per tutto il pomeriggio gli Uffici del MIUR  di Via Pietro Micca (Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca) per lanciare la mobilitazione contro il G8 University Summit che si terrà a Torino dal 17 al 19 maggio, promosso dalla CRUI, la conferenza italiana dei Rettori dell’Università e che sarà inaugurato dal Ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini. Gli student* hanno spiegato le ragioni che li portano a contestare sia l’intento che i contenuti di questo Summit, apartire da una critica radicale della casta dei Rettori che, illegittimamente, ancora una volta, pretendono di farsi portavoci di tutto il mondo dell’università, di quanti e quante l’università la vivono per davvero, giorno dopo giorno. 

Gli studenti hanno specificato che non accetteranno di essere rappresentati da chi ha solo e sempre assecondato la dismissione progressiva e la depauperizzazione dell’università come bene comune (e la mobilitazione di quest’autunno l’ha ampiamente dimostrato), né che i loro diretti interlocutori siano coloro che da decenni vanno sovra-determinando il sistema delle relazioni internazionali e  il complesso delle relazioni economiche e sociali  e i cui effetti stiamo tutti pagando.

Sui balconi dell’ufficio è stato appeso uno striscione con su scritto:  BLOCK G8! 19/05 MANIFESTAZIONE NAZIONALE. Altri striscioni simili sono apparsi nella notte in diversi punti della città.

Il G8 dell’Università si terrà dal 17 al 19 maggio a Torino. Rettori e governanti provvenienti dal tutto il mondo si confronteranno su temi come l’energia, ecologia, etica ed economia. Un appuntamento per disegnare dall’alto le future politiche internazionali su ricerca e formazione. L’onda anda anomala si prepara  a questo appuntamento  con un serie di iniziative a livello sia locale che nazionale. 

Ascolta la trasmissione curata oggi da Radiondadurto con Simone dell’onda anomala di Torino e Aliosha di lettere in Onda della Sapienza di Roma.

Posted in NO GELMINI | Comments Off on L’onda occupa gli uffici del Miur: preparatevi ad un’altra mareggiata!

17-19 Maggio contro il G8 University Summit, l’Onda non vi sostiene ma vi travolge

Logo mobilitazione contro il G8 University Summit

Il 17, 18 e 19 maggio a Torino, nel castello del Valentino,  si svolgerà il G8 University Summit, a cui parteciperanno i rettori ed i presidenti degli atenei degli stati membri del G8, insieme a quelli di molti altri paesi del mondo.

L’incontro, promosso dalla CRUI, si propone come interlocutore diretto dei capi di governo e di stato che si riunirà all’Aquila quest’estate ed ha l’obiettivo di consigliare i “grandi del mondo” sui problemi dell’umanità e del pianeta, confidando sul presunto carattere “neutrale e oggettivo” del sapere prodotto dalle università.

Come studenti e studentesse dell’Onda anomala di Torino stiamo organizzando, in concerto ad altre realtà cittadine, tre giorni di mobilitazione, in contemporanea al vertice, che culmineranno nella giornata di martedì 19 con un’assemblea nazionale dell’Onda durante la mattinata e un corteo nazionale che percorrerà le strade di Torino nel pomeriggio.

In allegato troverete l’appello scritto con le altre realtà cittadine a cui vi chiediamo di aderire, un documento più ampio che illustra il nostro punto di vista critico rispetto all’evento e dei loghi che abbiamo appositamente creato.  In particolare, invitiamo a inserire, anche in piccolo, in ogni documento da voi prodotto, il logo "io ci sarò" (come già stanno facendo a Torino tutte le realtà coivolte) così da sensibilizzare il più possibile in ogni città a questa mobilitazione.

 

Questo il programma per la tre giorni:

 

Domenica 17

h 21 Dibattito su beni comuni e movimenti a difesa dei territori con esponenti del movimento NO TAV, NO DAL MOLIN e del movimento contro il nucleare.

 

Lunedì 18

mattino: azioni block g8

h 17.00  Dibattito "trasformazione e crisi dell’università globale: le nuove lotte del lavoro cognitivo" a cura del collettivo edu factory

h 19.30 Aperitivo e presentazione del libro " La produzione del sapere vivo" di Gigi Roggero

h 21.30 Lotte studentesche europee a confronto con delegazioni da Francia, Grecia e Spagna

 

Martedì 19

h 11 Assemblea nazionale dell’Onda

h 15 Manifestazione nazionale – concentramento a Palazzo Nuovo, sede delle Facoltà Umanistiche

 

 

Invitiamo tutt* a dare a propria adesione all’appello e a partecipare alla mobilitazione!

  19 maggio 2009… TUTTI E TUTTE A TORINO!!!

 

 Rete Contro il G8 – Torino


Posted in NO GELMINI | Comments Off on 17-19 Maggio contro il G8 University Summit, l’Onda non vi sostiene ma vi travolge

Comunicato degli antifascisti Cagliaritani sui fatti del 25 aprile.

Con questo comunicato intendiamo chiarire la nostra posizione e la
realtà dei fatti accaduti nei pressi di via Sonnino il pomeriggio del
25 aprile.
Innanzitutto vogliamo sottolineare alcuni punti sul corteo di chiaro
stampo neofascista organizzato dal coordinamento “ Continuità ideale”,
espressione dell’unione dei vari movimenti/partiti che vanno dalla
Fiamma Tricolore sino ai giovani di Alleanza Nazionale, passando per
Forza Nuova e Sardegna Skinheads:
la costituzione italiana proibisce l’esposizione di simboli, slogan e
ideologie che si rifacciano chiaramente al fascismo, per questo tale
corteo doveva essere vietato. Inoltre le rivendicazioni stesse del
corteo, ovvero l’abolizione del 25 aprile, richiesta dai gruppi
neofascisti in quanto per loro quel giorno dovrebbe essere ricordato
più come “ lutto nazionale” che come festa, e la commemorazione dei
combattenti della repubblica di salò, sono anch’esse riconducibili al
reato di apologia del fascismo. Nonostante tutte queste chiare
motivazioni che avrebbero dovuto portare la questura a vietare lo
svolgimento del corteo, la parata nazi-fascista e’ stata autorizzata
come una qualsiasi altra manifestazione in un qualsiasi giorno
dell’anno.
Per questo, come antifasciste e antifascisti, abbiamo ritenuto nostro
dovere scendere in piazza per opporci a questa manifestazione.
Costretti dagli eventi abbiamo indetto un sit-in nella centrale piazza
Gramsci luogo della conclusione del corteo dei fascisti, sperando che
Questura e Prefettura si ravvedessero in extremis dell’errore commesso
e impedissero lo svolgersi della manifestazione di “continuità ideale”.
I primi gruppi arrivati in piazza Gramsci sono stati allontanati in
maniera poco gentile, per questo dopo essersi ricompattati in piazza
Costituzione si sono spostati sul marciapiede di via Sonnino
all’altezza della rotonda di via XX Settembre. Carabinieri e polizia in
assetto antisommossa sono giunti prontamente verso di noi da piazza
Gramsci e senza intimarci di disperderci, senza prima spingerci con gli
scudi ( procedure propedeutiche ad una carica in situazione di piazza)
ci hanno ripetutamente e violentemente caricato, suscitando per altro
l’ira dei residenti testimoni della vicenda. Inoltre volevamo chiarire
un’altra falsità riportata dalla stampa: in piazza non c’era nessuna
busta contenente spranghe o bottiglie di vetro, i racconti che abbiamo
letto ricordano la triste vicenda della scuola Diaz di Genova quando la
polizia aveva trasportato false Molotov per giustificare la mattanza
avvenuta all’interno della scuola. Questa e’ la versione dei fatti che
si differenzia sostanzialmente da quella di Questura e stampa isolana
che così facendo hanno criminalizzato gli antifascisti dipingendo
invece come vittime i fascisti.
Reputiamo tutto ciò inaccettabile e indichiamo nella Prefettura, nella
Questura e nel Comune di Cagliari i responsabili degli scontri avvenuti
sabato 25 Aprile, giorno della festa della Liberazione, che sono
costati spalle lussate, nasi rotti e contusioni varie ai partecipanti
della legittima protesta antifascista.

Antifasciste e antifascisti cagliaritani.
Posted in Antifa | Comments Off on Comunicato degli antifascisti Cagliaritani sui fatti del 25 aprile.

25 aprile a Cagliari: aggressione fascista [Video]

Posted in Antifa | Comments Off on 25 aprile a Cagliari: aggressione fascista [Video]