CONTRO L’UNIVERSITA’ – IMPRESA LA NOSTRA UNIVERSITA’ NON É IN (S)VENDITA!

La legge 133/2008,
approvata il 6 agosto 2008, contiene al suo interno numerose
disposizioni che riguardano il mondo dell’università e della ricerca e
che costituiscono la logica conclusione di un processo, graduale ma
inesorabile, che da anni investe l’università italiana. Ne
rappresentano,  in un certo senso, lo sbocco naturale e soprattutto, probabilmente, il punto di non ritorno. In particolare, l‘articolo 16  (Facoltà  di trasformazione in fondazione delle università),
sancisce in maniera chiara e definitiva la distruzione dell’università
pubblica, prevedendo la possibilità per il Senato Accademico di   decidere, con semplice votazione a maggioranza assoluta, di trasformare ogni singolo Ateneo in  una  fondazione di diritto privato.

Per facilitare il Senato in questa scelta, la stessa legge, all’articolo 66, comma 13, delibera che “il fondo per il finanziamento ordinario  (FFO)
delle università è ridotto di 63,5 milioni di euro per l’anno 2009, di
190 milioni di euro per l’anno 2010, di 316 milioni di euro per l’anno
2011, di 417 milioni di euro per l’anno 2012 e di 455 milioni di euro a
decorrere dall’anno 2013”
(per un totale di 1 miliardo e 441,5 milioni di euro in meno di 5 anni). L’articolo 66, comma 7, sancisce poi la limitazione del turnover al 20%
per il personale docente e tecnico-amministrativo (ovvero un nuovo
assunto ogni cinque pensionamenti), rendendo così impossibile il
necessario ricambio del personale,  oltre che
l’eliminazione di corsi di studio e branche dell’amministrazione, e
negando di fatto l’ accesso per i ricercatori (già precari) alla
carriera universitaria.

 

Non
è difficile leggere dietro questi provvedimenti il tentativo di
adeguare il nostro sistema universitario e di ricerca a quello
anglo-sassone (e americano) dell’università-impresa. Sistema in cui
sono gli sponsor a decretare il valore e le potenzialità di ogni
università in base alle loro esigenze di produrre profitto (certo non
quelle di “produrre” formazione!) e a decidere nel contempo se e quali
rami della ricerca finanziare.  E’ un sistema in cui regna un principio di concorrenza tra gli stessi poli universitari  e in cui le rette sono talmente alte da impedirne a moltissimi l’accesso. Noi questo sistema non lo vogliamo!

 

L’Assemblea
No Gelmini, riunitasi lunedì 29 settembre, oltre a discutere dei
gravosi cambiamenti che questa legge apporterà all’università e a fare
il punto sulle iniziative di mobilitazione finora messe in pratica, ha
insistito sull’importanza  di alcune scadenze, rilanciando per il 6 ottobre un presidio sotto il Rettorato (via Po 17) dalle ore 15,
in concomitanza con la seduta del Senato Accademico, allo scopo di
pretendere dal più importante organo accademico una netta presa di
posizione contro la legge che dovrà essere espressa non solo
verbalmente o attraverso una semplice mozione, ma con degli atti
inequivocabili. Si richiederà pertanto al Senato Accademico  di esprimere la sua contrarietà dichiarando la sospensione  provvisoria  delle  sue funzioni e  al
Rettore Ezio Pelizzetti di presentare le sue dimissioni e di rifiutarsi
di inaugurare, in questa così grave situazione di attacco
all’università pubblica, l’Anno Accademico 2008/2009.

Verrà inoltre richiesta la collaborazione  per la costruzione di una Assemblea di Ateneo che permetta a studenti, ricercatori,  docenti, lavoratori dell’università e personale tecnico-amministrativo un confronto sulla  legge
e sulle iniziative di mobilitazione da costruire. Per consentire a
tutti gli studenti di partecipare a questo, così come ad altri momenti
assembleari organizzati dall’Assemblea no-Gelmini (senza ripercussioni
sul proprio percorso universitario), si  richiederà
al Rettore e a ogni singolo Preside di Facoltà il blocco della
didattica nelle ore in cui si svolgeranno le suddette iniziative.

L’Assemblea, inoltre, ha deciso di partecipare con un proprio spezzone alla manifestazione del 10 ottobre  indetta dagli studenti delle scuole superiori contro la Riforma Gelmini,  per portare insieme in piazza le rivendicazioni in difesa di un’istruzione pubblica e accessibile a tutti.

La
mobilitazione degli studenti e delle studentesse è di fondamentale
importanza per condurre una dura battaglia contro chi vuole smantellare
l’università pubblica. Invitiamo pertanto tutti e tutte a partecipare
in prima persona alla mobilitazione.

Facciamo sentire la nostra voce! La nostra università non è in (s)vendita!

 

– LUNEDì 6 OTTOBRE, ORE 15, PRESIDIO IN CONCOMITANZA CON IL SENATO ACCADEMICO IN  RETTORATO (VIA PO 17)


VENERDì 10 OTTOBRE, CORTEO CONTRO LA CONTRORIFORMA GELMINI E LA LEGGE
133/2008. CONCENTRAMENTO ORE 8.30 DAVANTI A PALAZZO NUOVO

 

Torino
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