Universita’, elementari, crisi… e’ ora di darsi una sveglia. 2 considerazioni sul terremoto Gelmini, Tremonti e Brunetta (che non sanno che autnno li aspetta).

Questa estate il simpatico brunetta
(per differenziarmi da tutti quelli che lo chiamano nano), ha tirato
fuori dal cilindro un decreto legge, il dl 112. Il decreto in
questione, divenuto questo ottobre legge, tratta di «Disposizioni
urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la
competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la
perequazione tributaria»
.
All’interno di esso vi e’ un simpatico paragrafo, quasi quanto
Brunetta, che parla della “possibilita’” delle universita’ di
trasformarsi in Fondazioni Private in ottemperanza, secondo chi ha
scritto il decreto, dell’articolo 33 della costituzione. Bisogna
innanzitutto capire due cose, cosa comporta questa possibilita’ di
traformazione, e che cosa sancisce l’articolo 33 della costituzione.

Le
Fondazioni Private sono degli enti in tutto e per tutto privati, e
per questo si regolano secondo meccanismi di mercato. L’entrata dei
capitali privati che decideranno in quale direzione far andare la
ricerca sara’ definitiva ed il risultato di questo passaggio sara’ la
fine della ricerca libera e pura. Finissero qui le novita’ si
potrebbe essere contrari per una questione morale, ma di questioni
morali non si campa, almeno in un sistema capitalista. In realta’
questo provvedimento si affianca al taglio, che sa di drammatico, dei
fondi destinati all’universita’, ben 1 miliardo e 441 milioni in 5
anni. Questo taglio rende obbligatorio il passaggio da universita’ a
fondazione, in quanto, privati dei necessari fondi pubblici, si
vedrebbero costrette a far entrare i capitali privati nel proprio
bilancio per sopravvivere. Se poi volessimo analizzare cosa
succederebbe in un futuro prossimo, si verrebbe a creare una
situazione in cui i capitali privati investirebbero tutto in centri
d’eccellenza come i poli scientifici mentre quelli umanistici
sarebbero lasciati allo sbaraglio e quindi destinati a morte
prematura. Per capirci meglio, voi investireste soldi, sperando di
moltiplicarli, su un filosofo o su un ingegnere? Lo stesso
ragionamento viene fatto dai privati che sono soggetti alle leggi di
mercato. Le facolta’ umanistiche, fino ad ora, vengono finanziate
dallo stato, praticamente a fondo perduto, per garantire una crescita
culturale del paese, non per un tornaconto monetario. Privatizzate
tutte le universita’ scientifiche e distrutte quelle umanistiche
bisogna capire con quale criterio sia stato inserito l’articolo 33
della costiuzione. Una parte del suddetto articolo della costtuzione
recita cosi’: <
La Repubblica detta le norme
generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli
ordini e gradi.>.
Questo
sta a significare che i provvedimenti che sono stati attuati da
questo provvedimento sono incostituzionali perche’ eliminano un grado
della scuola, l’universita’.

Durante
il movimento della Pantera, primi anni ’90, gli studenti occuparono
per tre mesi di fila tutte le universita’ italiane, dicevano che
stava arrivando la privatizzazione delle universita’. Tutti li
prendevano per pazzi. Purtroppo ci vedevano molto piu’ lungo di
qualche altro. Questa non e’ la riforma Zecchino o la riforma
Moratti, questo e’ l’ultimo tassello inserito il quale non si torna
piu’ indietro.

Ma
siccome siamo in periodo di crisi, e l’andazzo generale e’ premiare
le banche che ci hanno portato alla crisi e far pagare i
contribuenti, i provvedimenti in materia scolastica non sono finiti.
La crisi, infatti, sembra proprio che la pagheremo noi. Oltre ai
tagli dell’universita’ hanno gia’ deciso il taglio del personale,
questa volta senza licenziamenti, non sia mai toccare il baronato…
Il taglio avverra’ sotto forma di tourn over, che gia’ non piace ai
calciatori, figuriamoci all’universita’. Il tourn over e’ il ricambio
generazionale, teoricamente ogni professore universitario che va in
pensione viene sostituto da un giovane pieno di belle speranze.
Codesto tourn over scendera’ al 20 % , ovverosia ogni cinque docenti
deceduti vi sara’ un sono nuovo assunto.

Alla
faccia dell’aumento della qualita’ che millanta la Mariastella G.

E
le sorprese non finiscono qui. L’attacco alla scuola pubblica
raggiunge anche i gradi piu’ bassi. Le scuole elementari italiane
sono considerate le migliori d’europa. Per aumentare la qualita’ di
queste, la simpatica Gelmini ha deciso di reintrodurre il maestro
unico, colui che da solo dovrebbe infondere la luce in ogni materia
possibile ai nostri fratellini, figli o nipoti che siano. Senza alcun
pudore questa riforma viene spacciata per un aumento della qualita’,
mentre e’ solo ed esclusivamente un taglio alle uscite dello stato. E
ce ne sarebbe gia’ abbastanza, ma evidentemente hanno deciso di dare
il colpo del ko subito, di modo da non dover aspettare ad prossima
legislatura. Per racimolare qualche altro soldo hanno deciso di
abolire il tempo pieno, o meglio le scuole che lo vorranno istituire
saranno libere di farlo, ma ovviamente a carico dei genitori, senza
una lira dallo stato.

Welfare?
Stato sociale??? Di che caspita state parlando???

Questo
e’ il quadro della situazione nel comparto scuola, ma ci sarebbe
tanto altro da dire perche’ le privatizzazioni a breve approderanno
anche nella sanita’. Sta a noi decidere se questa crisi la vogliamo
pagare noi, oppure se da domani cominceremo a bloccare le lezioni, a
occupare scuole e strade.

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2 Responses to Universita’, elementari, crisi… e’ ora di darsi una sveglia. 2 considerazioni sul terremoto Gelmini, Tremonti e Brunetta (che non sanno che autnno li aspetta).

  1. stobados says:

    Tu pensi che non sia un diritto, ma un privilegio di pchi che si possono pagare l’universita’. Bastava dire questo, senza dilungarsi in venti righe che non spiegavano assolutamente nulla.

    TU pensi questo. Noi pensiamo ben altro. Pensiamo che l’istruzione anche se non ti da uno sbocco debba essere un diritto… anzi un obbligo, cosiccome l’assistenza sanitaria. Per lo stato deve essere una uscita, un investimento a fondo perduto che migliora la societa’ in toto. Stiamo diventando piu’ ignoranti, e sempre meno cittadini perche’ il livello delle universita’ viene abbassato progressivamente e coscientemente dallo stato.

    Il tuo e’ il vero discorso da FIGLIO DI PAPA’. Invece di incazzarti con le banche che falliscono e che succhiano soldi dallo stato per tappare i buchi del loro capitalismo selvaggio, invece di incazzarti con le lobby di privati che pretendono i soldi dal pubblico, ti incazzi con un servizio pubblico che serve a tutti.

    MI VERGOGNO DI CONCITTADINI CHE PENSANO IN QUESTO MODO.

  2. Antonio says:

    Guarda, io sinceramente penso che non sia compito dello Stato pagare le festasse a tanti perditempo… Ma lo sai che l’Università di Torino spende 9000 euro circa per ogni studente…
    Ma li vedi gli stranieri, che hanno fame davvero e capiscono di che occasione si tratti, come si sbattono per emergere dalla melma… Noi invece ci sguazziamo, tanto mica siamo noi che paghiamo…
    Per me dovrebbero proprio chiuderla l’università pubblica, e chi non è abbastanza diligente da seguire lo standard imposto per le borse di studio se ne va a zappare! Eccheccavolo!
    Io in 5 anni di università non ho concluso un bel niente, eppure ho passato gli esami con una media attuale del 27, ma mi sento un ignorante e un perditempo, e allora perché ci sono riuscito? Perché l’università fa schifo, produciamo una massa di buoni a nulla, ecco perché, e allora tanto vale che si smetta di finanziare le festicciule dei figli di papà parcheggiati lì e dei figli di operai che iluudono i genitori, così finalmente ci si renderà conto che lo studio non è un diritto, ma un privilegio, e che comporta l’obbligo morale di prenderlo sul serio; chi non lavora non mangerà si diceva no…?

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