Alcoa: ”Abbiamo sequestrato lo stabilimento”

Cagliari – Si fermano due degli stabilimenti
italianidell’Alcoa, il gigante Usa dell’alluminio. L’azienda ha deciso
lo stopdella produzione primaria a Portovesme, nel Sulcis Iglesiente, e
aFusina (Venezia) dopo la decisione della Commissione Europea che
hachiesto la restituzione degli aiuti ricevuti sul
prezzodell’elettricità. Lamultinazionale ha pertanto deciso di
sospendere la produzione nei duestabilimenti in Italia, annunciando di
voler fare ricorso: "Alcoafermerà temporaneamente la produzione nelle
sue due fonderie di Fusinae di Portovesme". Alcoa dà lavoro a 2.500
persone in Italia. Nellachiusura dei due stabilimenti sono coinvolte
1000 dipendenti diretti e1000 lavoratori dell’indotto.

 
Immediata larisposta degli operai. I dipendenti
della fabbrica di Portovesme hanno"sequestrato" la sede dello
stabilimento: il direttore della fabbricaMarco Guerrini, il vice
direttore Sergio Vittori e gli altri dirigentisono stati trattenuti dai
lavoratori in assemblea per chiedere"risposte immediate". All’esterno
della fabbrica alcuni operaiincappucciati rivendicano l’occupazione in
un video giunto ad apcom. Operai, amministrativi e tecnici
dellafabbrica, circa 200 persone, si trovano in questo momento nella
salariunioni e hanno deciso che "da questo momento nessuno entra e
nessunoesce". "Rimaniamo qui sino a quando non troveremo un accordo,
non il 25ma subito. Ci aspettiamo che l’Alcoa accetti quello che ha
offerto ilgoverno e che blocchi la dichiarazione di fermata della
produzione,perché se si ferma un solo giorno lo stabilimento di
Portovesme èmorto". Lasospensione della produzione è stata decisa a
causa "delle incertezzesulla fornitura di elettricità per i suoi forni
di fusione a tariffecompetitive e per l’impatto finanziario della
decisione dellaCommissione Europea", si legge ancora nel comunicato di
Alcoa.

La Commissioneha chiesto
ieri al produttore di alluminio di rimborsare le sovvenzioniavute dal
2006 sui prezzi dell’elettricità in Italia, sostenendo che sitratta di
aiuti pubblici illegali. L’ammontare degli aiuti darimborsare non è
stato divulgato, ma secondo fonti sindacali citati daimedia italiani,
si eleverebbe a 270 milioni di euro. La produzione dialluminio richiede
un forte consumo di energia: Alcoa aveva conclusocon il fornitore di
elettricità italiano, l’Enel, un contratto che gliassicurava tariffe
fisse per una durata di dieci anni, fino al dicembredel 2005. La
Commissione Europea aveva all’epoca autorizzato ciò cheaveva assimilato
a una "operazione commerciale ordinaria conclusa allecondizioni del
mercato". Dal 2006, però,Alcoa ha continuato a beneficiare di tariffe
privilegiate, ma secondoun diverso dispositivo: continua ad acquistare
la sua elettricitàdall’Enel, ma è lo stato italiano che gli rimborsa la
differenza con latariffa storica, ciò che Bruxelles considera come "un
aiuto pubblicoillegale". "La tariffe è in vigore da oltre dieci anni in
italia e èstata approvata dalla commissione nel 1995, l’anno in cui
Alcoa haacquistato le infrastrutture" si difende il gruppo.

Da La Repubblica

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