[Nuoro] Condannati Ivano, Pauleddu e Antonella per la bomba contro la sede di An.

Solidarieta’ ad Ivano, Pauleddu e Antonella, vittime della giustizia (zustissia mala) dello stato italiano
Di seguito l’articolo apparso sulla nuova sardegna di oggi e i comunicati di solidarieta’ del comitato 11 luglio, e di a Manca pro s’Indipendentzia.
 
Colpevoli. Sia per
il fallito attentato alla sede di An del 21 marzo di due anni fa sia
per aver fatto parte di un’associazione sovversiva, di cui sarebbero
stati però dei semplici affiliati e non anche i promotori e
organizzatori. Questa la sentenza emessa ieri pomeriggio a carico di
Ivano Ignazio Fadda, Paolo Anela e Antonella Lai dalla Corte d’Assise
di Nuoro presieduta da Francesco Verderese. Un verdetto arrivato dopo
due giorni di camera di consiglio che accoglie solo parzialmente
l’impostazione del pm della Dda di Cagliari Paolo De Angelis. I giudici
hanno infatti condannato gli imputati per il secondo comma
dell’articolo 270 bis, che appunto punisce i partecipanti a un gruppo
terroristico in modo molto meno pesante rispetto alla pena riservata ai
leader. Ad Anela e Fadda sono stati così inflitti 4 anni di reclusione
(mentre il magistrato inquirente ne aveva chiesti 18 per il primo e 15
per il secondo). Ancora meglio è andata ad Antonella Lai che dovrà
scontare 3 anni e mezzo (il pm ne aveva sollecitato 14). Tutti e tre
sono stati inoltre interdetti per cinque anni dai pubblici uffici.
LA VICENDA
Fadda, Anela e la Lai, tutti di Nuoro, vengono arrestati a nove giorni
dal ritrovamento dell’ordigno inesploso davanti alla sede elettorale
del deputato di An Bruno Murgia, in Corso Garibaldi. Da subito vengono
ritenuti responsabili non solo del fallito attentato ma anche della
costituzione dei Nuclei proletari combattenti, una nuova sigla che –
come spiegherà il pm Paolo De Angelis durante la sua requisitoria fiume
– mirava ad unificare le varie anime dell’eversione sarda. Inizialmente
gli inquirenti fanno però un errore piuttosto clamoroso: attribuiscono
ai tre indagati anche la rivendicazione del sedicente Comitato
Liberazione Sardegna, un cd fatto ritrovare in piazza Satta il giorno
dopo la scoperta dell’ordigno, che in realtà è opera di un ragazzino
nuorese che giocava a fare il rivoluzionario per conquistare le sue
compagne di scuola.
LE ACCUSE Nonostante la topica
l’impianto accusatorio resta comunque saldamente in piedi. I pilastri
sono le intercettazioni ambientali e telefoniche che vengono incrociate
con i rilevamenti sugli spostamenti degli imputati eseguiti attraverso
il Gps. Da mesi infatti sull’Alfa 164 di Ivano Fadda, che è indagato in
un’altra inchiesta sull’eversione sarda, è stata piazzata una microspia
che oltre a captare i colloqui all’interno dell’abitacolo è dotata di
un sistema satellitare che segnala la posizione dell’auto minuto per
minuto. Attraverso l’analisi di questi dati la Dda di Cagliari e la
Digos di Nuoro si convincono del fatto che la sera del 21 marzo, dopo
aver compiuto diversi giri perlustrativi, Anela e Fadda recuperano
l’ordigno e lo vanno a piazzare davanti alla vetrata dell’ufficio
elettorale di Murgia, tra l’una e 10 e l’una e 24 del mattino. «Verbi
come andare, piazzare, accendere, bisogna cercare di pedalare –
sosterrà il pm durante la sua requisitoria – indicano chiaramente le
diverse fasi dell’azione: quelle preparatorie, di recupero
dell’ordigno, esecutorie e di fuga». A chiudere il cerchio arrivano poi
i volantini (mai diffusi pubblicamente) in cui i neonati Nuclei
proletari combattenti si assumono la paternità del blitz. Gli uomini
della Digos li recuperano infatti nei pressi del cimitero di Nuoro il
24 marzo, più o meno nello stesso punto in cui l’auto di Fadda si ferma
sia la mattina che la sera del 21 marzo. A redarli – è la tesi
dell’accusa – sono stati proprio Fadda e la Lai che in
un’intercettazione del 16 marzo parlano dello spazio da lasciare tra
due parole di un documento e di qualcosa da posizionare al centro dello
stesso, con Fadda che dice «le iniziali così enne – ta – ta e poi anche
per esteso». «È evidente che parlavano della stella a cinque punte e
della sigla Npc effettivamente presenti sul volantino trovato vicino al
cimitero», spiegherà De Angelis al processo.
LA DIFESA
Una ricostruzione duramente contestata in aula dagli avvocati della
difesa: Elias Vacca (per la Lai), Giuseppe Floris e Basilio Brodu (per
Anela), Pasquale Ramazzotti e Lorenzo Soro (per Fadda), tutti concordi
nell’etichettare l’inchiesta della Dda di Cagliari come «un teorema
basato su congetture e nessuna prova», una «formidabile muraglia cinese
costruita con dei sassolini» che si regge su «brandelli di colloqui»
quando non su «singole parole prese qua e là» utilizzati per «tentare
di suffragare una tesi precostituita». Ora la battaglia si sposta in
appello.
 

 
In riferimento alla sentenza emessa ieri 13 febbraio dalla corte
d’assise di Nuoro, a conclusione del primo grado del processo per il
fallito attentato contro la sede di AN del 21 marzo 2006, il Comitato 11
Luglio esprime totale solidarietà ai tre compagni Paolo Ivano e Antonella,
condannati rispettivamente a 4, 4, e 3 e 1/2. La sentenza non ha confermato
l’impianto accusatorio del p.m. de Angelis, non ha individuato i
responsabili dell’attentato, rispetto al quale i tre compagni sono
estranei, ma si è dimostrata essere una sentenza politica, degna di un
processo politico, che ha mirato a criminalizzare le idee piuttosto che
accertare la verità dei fatti, ovvero l’innocenza dei tre compagni. Il
2° comma dell’art. 270 bis ai sensi del quale sono riconosciuti
colpevoli Paolo, Ivano e Antonella, consente alla giustizia italiana un
ampio margine di manovra repressiva, in quanto colpisce e punisce sulla base
dell’affinità ideologica e di pensiero. Infatti secondo
i
giudici, i tre compagni non hanno costituito un’associazione
sovversiva, ma a qualche associazione sovversiva devono pur essere affiliati
in virtù del fatto che sono e si dichiarano comunisti. Non esistono prove
del loro coinvolgimento nell’attentato. L’unica cosa certa è la
loro invincibile determinazione nell’abbracciare l’alto ideale
della solidarietà di classe, della libertà e della giustizia sociale e nella
necessità di esprimere e vivere questi ideali attraverso la lotta contro il
sistema capitalista.
Ora e sempre contro ogni repressione!!
Comitato 11 Luglio
Sassari 14/02/08
 

 
"Sovversiva" è sa Zustissia (mala)
La sentenza di primo grado emessa ieri dalla Corte d´Assise di
Nuoro nei confronti di Ivano, Pauleddu ed Antonella rappresenta un
pericoloso strumento attraverso il quale da ora in poi lo stato
italiano potrà facilmente imprigionare e condannare chi in Sardigna
persegue ideali di libertà ed eguaglianza sociale.
La sentenza infatti ha dichiarato colpevoli i compagni per aver
partecipato ad una fantomatica associazione sovversiva. Ma la realtà
è che in Sardigna non esiste alcuna associazione sovversiva, esistono
invece donne e uomini che si ispirano elavorano, singolarmente o
attraverso organizzazioni politiche, per l´affermazione degli ideali
della liberazione nazionale e del socialismo. Aver condannato Ivano,
Pauleddu eAntonella "per partecipazione adassociazione
sovversiva" significa condannare chicondivide questi ideali.
Questa sentenza dimostra ancora una volta che la magistratura svolge
il ruolo di esecutrice ideologica e materiale di un sistema politico
autoritario e antidemocratico.
"Sovversiva" è questa sentenza perché con essa si vuole
scardinare un "ordine democratico" che, perlomeno nel popolo, è
ancora sentito e ricercato.
Nuoro, 14 febbraio 2008
A Manca pro s´Indipendentzia

Sede nazionale: via Aurelio Saffi 12 – Nugoro
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3 Responses to [Nuoro] Condannati Ivano, Pauleddu e Antonella per la bomba contro la sede di An.

  1. COSIMA says:

    NON CAPISCO QUESTI IDEDALI DOVE LI PORTANO. A USCIRE DAL CARCERE GIOVANI MA VECCHI DENTRO? E PER COSA ‘ CHE IO CI CREDA O MENO LOTTO PER ME STASSA NON PER DIFFENDERE UN IDEOLOGIA KE KRESCE SOLO DENTRO DI NOI. DIFESA DENTRO DI NOI. MA INERME CONTRO L ABUSO DELLE IENE SOPRA DI NOI. CONOSCO POCO IVANO ANTONELLA E PAOLO. SOLO UN CIAO . MA GLI OCCHI DI ANTONELLA SONO SOLO PIU TRISTI, NON SEI PENTITA. NON SEI COLPEVOLE MA NON SEI BELLA COME PRIMA. UNU BASU.69.

  2. intonachino nugoresu says:

    Il fatto è che tutta Nuoro conosce chi sono questi 4 deficienti che imbrattano tutti i muri mettendo a repentaglio la vita della gente giocando a fare i rivoluzionario-bombarolo. Dio non voglia che qualcuno si faccia del male…. tutta Nuoro conosce

  3. Ivan il grande ( cocainomane ) says:

    peccato che la bomba nn sia scoppiata ferendo chicchessia… allora si che avreste rimpianto quel processo farsa, pregno di garanzie costituzionali, per un più equo e giusto processo barbaricino…

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