Altra munnezza in direzione Sardegna… l’emergenza che non e’ piu’ emergenza da 10 anni

Ecco un articolo decente dal nuovo gornale di Giorgio Melis (ex direttore del Giornale di Sardegna) "l’altra Voce", decente ma non esemplare, e’ comunque un passo avanti nell’analisi che in ritardo viene fatta sul problema munnezza. Ovviamente di cose da dire ce ne sono tante. un po’ di queste avevo provato ad accennarle in altri post che qui vi ripropongo, un po’ provero’ ad affrontarle in seguito. Se qualcuno volesse mandare suggerimenti o degli scritti sull’argomento non ha da che contattarmi e provvederlo a pubblicarli.

Intanto preparatevi a nuovi blocchi e scontri al porto canale all’arrivo delle navi.


 

 [Vecchi post che potete trovare anche in categoria Questione Sarda:]

 Tre racconti di chi era al porto canale a bloccare la nave dei rifiuti.

 [Cagliari] Scontri tra polizia e manifestanti, la nave attracca nel porto canale

 [Cagliari]
Epilogo di una giornata di resistenza: 40 fermati per resistenza a
pubblico ufficiale e scongiurato l’arrivo di altre navi durante la
notte.

 [Cagliari]
Sulla notte di scontri e sul perche’ dell’essere contro l’arrivo dei
rifiuti dalla Campania solidarizzando, allo stesso tempo, con la loro
lotta.

 Questione rifiuti: facciamo un po’ di chiarezza! Comunicato di a Manca pro s’Indipendentzia.

 


La profezia avverata della spazzatura

dopo Prodi, anche faraone Silvio
sacrifica la Sardegna: e le altre regioni?

di Andrea Pusceddu

Nello scorrere la lista dei ministri e sottosegretari del Berlusconi
IV – governo giunto al quarto episodio come Rambo ed Indiana Jones –
molti osservatori hanno subito sottolineato la mancanza di nomi sardi,
fatto salvo per Cossiga Junior,che però è sardo de Trastevere, ed ai
culurgiones preferirà l’amatriciana. Un ex presidente della Regione –
quello della Sardegna che doveva aprirsi alle Alpi – ha subito tenuto a
rassicurarci: il primo vero sardo al governo è lo stesso premier, e
penserà lui a tutelarci.

Comunque è vero che l’inquilino della Certosa ha gia iniziato a fare
il bene di noi isolani, evitando di mettere nei posti di comando una
classe politica che prima che dirigente è dirigibile: vuota, gonfia e
galleggiante nel nulla.

Questo amore di Berlusconi IV per la Sardegna è talmente evidente
che il primo atto ancora ufficioso del lieto quinquennio faraonico che
ci attende è stato quello di ospitare nella sua piramide, pardon,
villa, Vladimir Putin, il souvenir meglio conservato della Russia
comunista da guerra fredda, naturalmente se si esclude la mummia di
Lenin.

Silvio ama la Sardegna, ma come gli psicologi ben sanno, non c’è
amore che portato agli eccessi non porti a qualche squilibrio. Per
questo ci viene qualche sudore freddo leggendo un articolo su
Repubblica.it. L’argomento è quello dell’emergenza rifiuti in Campania,
sebbene il termine sia quantomai improprio, perché emergenza secondo il
dizionario vuol dire “improvvisa difficoltà o circostanza imprevista”,
e non ci è dato sapere cosa ci sia di improvviso o imprevisto dopo
decenni di degrado e malaffare.

Secondo quanto si legge, comunque “l cuore del problema resta dunque
la creazione di nuove aree dove trasferire e stoccare i rifiuti. Il
governo ne vorrebbe scegliere con tempi medio-lunghi una decina, anche
sconfinando i confini regionali”.

Visto tutto il grande amore di Berlusconi IV per l’isola dei sardi,
ci sentiamo profeti fin troppo facili nel prevedere che uno dei confini
regionali verrà valicato a bordo di un maleodorante traghetto diretto
in Sardegna.

Siamo alle solite, ma difficilmente questa volta troveremo i nostri
valorosi deputati del centrodestra sopra il gommone a fare i tigrotti
di Mompracem, e probabilmente sentiremo dire che dobbiamo essere grati
al Faraone che con la sua operazione ha rilanciato le attività del
Porto Canale, creato centinaia di nuovi posti di lavoro e magari
migliorato l’ambiente dando cibo a gabbiani e merdone che altrimenti
sarebbero morti per inedia.

Ironie a parte, la questione spazzatura è uno dei primi veri banchi
di prova che il nuovo governo dovrà superare. E Berlusconi è chiamato
dover per forza scontentare qualcuno, se vorrà risolverlo. Le
discariche e gli inceneritori, che si facciano a Napoli, in Sardegna
oppure in Val d’Aosta, scateneranno quelle stesse proteste e gli stessi
malcontenti che il centrodestra ha abilmente cavalcato per due anni.
Parliamo infatti di una forza politica che è arrivata portare in
Parlamento il capo della rivolta dei tassisti romani, persona che aveva
come unico e discutibile pregio quello di aver messo in ginocchio la
Capitale, e creato non pochi grattacapi al suo ex sindaco Veltroni.

In Sardegna si voterà tra un anno, e di primo acchito può sembrare
assurdo che Berlusconi regali la regione al PD inondandola di
spazzatura. Sarebbe un suicidio politico senza scusanti. Ma le strade
di Napoli inondate da mucchi di spazzatura fumante hanno raggiunto una
visibilità di livello mondiale. La posta in gioco è altissima, ed a
Palazzo Chigi si potrebbe decidere per una scelta cinica ma sensata.
Meglio perdere la Sardegna, che comunque è sempre in bilico, piuttosto
che fallire sulla Campania.

I giornali esteri ed anche quelli italiani non dedicherebbero certo
lo stesso spazio ad una vittoria del centrosinistra in Sardegna, se il
Governo avesse dalla sua una Napoli pulita e da cartolina.

D’altra parte, basta dare un’occhiata all’elenco delle scorse
candidature del PDL nei nostri collegi per rendersi conto di come la
nostra isola sia tutto tranne che un obbiettivo non sacrificabile:
molti dei seggi “sicuri” sono stati subappaltati fuori dai confini
isolani senza troppi complimenti.

I tempi per affrontare la questione sono stretti, ed a breve vedremo se ci sbagliamo o meno.

Speriamo davvero di sì, perché non è proprio il caso che solo la
Sardegna continui ad ospitare tutti gli scarti non riciclabili che ci
dirottano dalla penisola.

É ora che anche le altre regioni facciano la loro parte, che noi facciamo già tanto con il Billionaire.

 fonte:  http://www.altravoce.net/2008/05/21/emergenza.html

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