[Roma] La sapienza – Aggressione neonazista (da globalproject)

Verso le 13.00 di questo pomeriggio è avvenuta,
all’entrata dell’Università La Sapienza, un’aggressione da parte di un
gruppo di neonazisti nei confronti di alcuni studenti che stavano
attaccando dei manifesti per promuovere un’assemblea, prevista per oggi
pomeriggio, in risposta all’annunciata presenza di Roberto Fiore alla
Facoltà di Lettere.

A seguito dell’aggressione, compiuta con spranghe e
catene, sono state interrotte le lezioni e si è istituito un presidio
composto da molti studenti e docenti della Sapienza per denunciare
pubblicamente l’accaduto. In questo momento sono tre i giovani,
appartenenti ai collettivi antifascisti, ricoverati in ospedale.

Gli studenti dei collettivi antifascisti nei giorni
scorsi si sono mobilitati contro la concessione del preside di Lettere
allo svolgimento di un’iniziativa organizzata da una sigla
universitaria legata a Forza Nuova riuscendo, attraverso l’occupazione
della presidenza, a farne ritirare il permesso.

Di fronte ai fatti di oggi gli studenti chiedono le
dimissioni del preside di Lettere Guido Pescosolido colpevole di aver
dato agibilità politica a chi fa del razzismo, della violenza e delle
aggressioni ai danni del diverso, del migrante, degli omosessuali la
propria pratica politica.

La prima corrispondenza con Alioscia
-  [ audio ]

La conferenza stampa dal presidio in università
-  [ audio ]
"Siamo
qui per denunciare l’aggressione premeditata e di stampo squadristico
compiuta da Forza Nuova nei confronti degli studenti di questa facoltà.
Giovedì mattina è importante dare una risposta collettiva
dell’università nei confronti di questa gente. Ribadiamo gli
appuntamenti politici già lanciati e riteniamo gravissima la
responsabilità del Preside di Lettere di cui chiediamo le dimissioni…"

Prossimi appuntamenti:
Assemblea pubblica – mercoledì 28, ore 11, presso la Facoltà di Lettere
Presidio – giovedì 29, dalle ore 8:30, Università La Sapienza

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[Roma] Scontri all’universita’: “accoltellato militante di sinistra”

antifa'L’Università La Sapienza teatro questa mattina di scontri tra
studenti di diverse fazioni politiche.

Sono tre i feriti, che si trovano attualmente presso il Pronto
Soccorso del Policlinico Umbero I. Hanno riportato ferite e lesioni
"non gravi" valutati dai medici del nosocomio romano come codici
gialli. Uno ha una spalla rotta, mentre gli altri due presentano
ferite alla testa.

In attesa di riscontri, c’è il racconto dei testimoni a
ricostruire quanto accaduto in via Cesare De Lollis. "Stavamo
facendo attacchinaggio per coprire i manifesti sul convegno sulle
foibe affissi da Forza Nuova questa notte intorno all’università,
quando sono arrivate 3 o 4 macchine: hanno aperto gli sportelli e
preso cinghie uncinate, spranghe e bastoni per aggredirci. Abbiamo
cercato di respingerli ma eravamo a mani nude". Uno degli
aggressori è stato prelevato dalla polizia, "ma gli altri sono
scappati", racconta Carlo, un ragazzo coinvolto
nell’aggressione.

Lo scontro di questa mattina a San Lorenzo "è stata un’aggressione
premeditata da parte dei fascisti di forza nuova", riferiscono
alcuni esponenti del coordinamento dei collettivi universitari,
coinvolti negli scontri.

"Erano in cinque, di 30-40 anni – racconta un altro testimone –
sicuramente non studenti ma appartenenti a Forza Nuova". "Sono
arrivati con tre macchine – ha spiegato ancora il testimone, che
vuole rimanere anonimo -. Con due auto hanno bloccato il traffico
e, dalla terza, sono scesi con spranghe di ferro, bastoni e catene
e ci hanno attaccati alle spalle".

Così gli studenti di lettere hanno organizzato un corteo per le
stradine della città universitaria, per chiedere "le dimissioni
immediate del preside di lettere Guido Pescosolido, che si è reso
responsabile politicamente di aver dato voce ad una organizzazione
eversiva, fascista e xenofoba come forza nuova". E’ stata questa la
reazione più immediata presa dall’assemblea degli studenti.

E sulla vicenda interviene il sindaco di Roma, Gianni Alemanno:
"Le violenze sono da condannare senza alcun attenuante.
L’università La Sapienza non può essere luogo di scontro e di
violenza politica".

Il presidente della Provincia, Nicola Zingaretti, commenta così i
fatti della Sapienza: "In queste settimane abbiamo assistito a
un’escalation di violenza che Roma non può sopportare: il confronto
politico, anche quando si hanno idee molto diverse, non può avere
come sfondo la violenza. Non possiamo permettere che proprio
l’università, luogo di formazione e cultura per i nostri giovani,
sia teatro di episodi come questo".

 

 Fonte: La Repubblica

http://www.repubblica.it/2008/05/sezioni/cronaca/pestaggio-nazi-roma/scontri-universita/scontri-universita.html

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Ma chi ha detto che non c’e’…

 Ma chi ha detto che non c’e’ – Gianfranco Manfredi

 

http://www.youtube.com/watch?v=lr7J5Wf28sw

 

MA CHI HA DETTO CHE NON
C’E’

Sta nel fondo dei tuoi occhi
Sulla punta delle labbra,
sta nel corpo risvegliato
nella fine del peccato
Nella curva dei tuoi fianchi
Nel calore del tuo seno
Nel profondo del tuo ventre
Nell’attendere il mattino.
Sta nel sogno realizzato,
sta nel mitra lucidato.
Nella gioia e nella rabbia,
nel distruggere la gabbia
Nella morte della scuola, nel rifiuto del lavoro
Nella fabbrica deserta, nella casa senza porta
Sta nell’immaginazione, nella musica sull’erba,
sta nella provocazione, nel lavoro della talpa,
nella storia del futuro , nel presente senza storia,
nei momenti di ubriachezza, negli istanti di memoria.
Sta nel nero della pelle, nella festa collettiva,
sta nel prendersi la merce,
sta nel prendersi la mano, nel tirare i sampietrini,
nell’incendio di Milano,
nelle spranghe sui fascisti nelle pietre sui gipponi
Sta nei sogni dei teppisti
e nei giochi dei bambini,
nel conoscersi del corpo,
nell’orgasmo della mente,
nella voglia piu’ totale,
nel discorso trasparente.

Ma chi ha detto che non c’e’.
Sta nel fondo dei tuoi occhi
Ma chi ha detto che non c’e’.

Sulla punta delle labbra
Ma chi ha detto che non c’e’.
Sta nel mitra lucidato

Ma chi ha detto che non c’e’.
Nella fine dello Stato
C’e’, si’ c’e’

Ma chi ha detto che non c’e’.

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Immigrato muore nel cpt di Torino. I compagni: “Non è stato soccorso”

TORINO
– Per indicare il punto esatto in cui è successo, i ragazzi magrebini
dietro alle sbarre, passandosi un telefonino di mano in mano, spiegano:
"Zona rossa, cella numero 2". Lì, ieri mattina alle 8, è stato trovato
morto Hassan Nejl, nato Casablanca il 27 marzo 1970, trattenuto da
dieci giorni al Cpt con un decreto di espulsione firmato dal questore
di Padova. "Era nel suo letto con la schiuma alla bocca – raccontano –
abbiamo urlato tutta la notte per chiamare i soccorsi, ma non è venuto
nessuno. L’hanno trattato come un cane".

Di sicuro non poteva esserci inaugurazione più tragica per il nuovo
Centro di permanenza temporanea di Torino. Stessa area, ma ingresso
diverso su via Mazzarello. Costato 12 milioni di euro per la prima metà
dei lavori, in muratura, più civile e più sicuro, nelle intenzioni
della Prefettura, era entrato in funzione in gran segreto lunedì
mattina. Doveva essere un periodo di rodaggio. Sessanta persone
trattenute, che diventeranno 130 a lavori ultimati. Ma dopo cinque
giorni è successo quello che non era mai capitato nei nove anni di
gestione precedente.

Il prefetto Paolo Padoin è stato avvisato quasi subito: "I primi
riscontri hanno stabilito che quel ragazzo è morto per una malattia –
spiega – forse una polmonite. So che era stato visitato da un medico
della Croce Rossa nel primo pomeriggio di venerdì. Se ci fossero state
davvero delle omissioni di soccorso durante la notte, ma è un fatto
ancora tutto da accertare, toccherà alla magistratura chiarire
eventuali responsabilità". E’ già stata disposta l’autopsia.

Ora al Cpt non ci sono più i vecchi container di lamiera. Le gabbie che
delimitano le varie zone sono nuove ma altrettanto alte. Hassan Nejl è
morto in una camerata da sei posti, appena dipinta di giallo, con due
bagni e una doccia. Vicino a lui, fino all’ultimo, è rimasto Mohammed
Alhuiri, 25 anni, iracheno: "Per tutta la giornata di venerdì stava
malissimo. Si lamentava. Non si reggeva in piedi. Aveva la febbre alta,
mi ha persino chiesto di toccargli la fronte perché sentissi anch’io".
Alle 3 è stato visitato dal medico di guardia, nell’infermeria della
Croce Rossa. "Ma forse pensavano fosse una cosa leggera o non gli hanno
creduto – racconta Alhuiri – perché gli hanno dato una medicina, se ho
capito bene un antibiotico, senza nemmeno verificare se potesse essere
allergico. Hassan era tossicodipendente, prendeva il metadone, aveva
problemi, stava ancora male. Eppure non hanno voluto più saperne di
lui. L’hanno lasciato solo. L’hanno trattato come un animale".

A
mezzanotte e mezza la situazione si è aggravata. "Ho perso la voce a
furia di urlare – spiega Alhuiri – a mezzanotte e quarantacinque
gridavamo tutti. Dopo un po’ è arrivato un addetto della Croce Rossa.
"Fino a domani mattina non c’è il medico", ha spiegato. Poi se n’è
andato. Hassan si è steso sul suo letto, era caldo, stava
malissimo…".

Ieri mattina suo fratello voleva parlargli. Visto che Hassan Nejl non
ha il telefono, ha chiamato al numero di cellulare di un altro
immigrato marocchino trattenuto nel Cpt. "Sono andato per passargli la
chiamata e l’ho visto – racconta – aveva gli occhi sbarrati e la bava
alla bocca. Non respirava più". L’hanno portato di nuovo in infermeria.
Ma era troppo tardi. Alle 8 di mattina il medico di guardia ha
constatato il decesso.

Ora gli agenti dell’ufficio immigrazioni della questura sorvegliano le
case gialle. Tutti gli immigrati hanno annunciato lo sciopero della
fame: "Fate qualcosa per noi – urlano – dite la verità. Venite a vedere
come siamo trattati. Qui siamo come in un canile, dove se abbai nessuno
risponde".

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[Chiaiano] Donna incinta perde bambino durante le cariche della polizia.

RIFIUTI/ SODANO: IN ATTO EMERGENZA DEMOCRATICA

"Non è questa la strada per risolvere crisi"

postato
1 ora
fa da APCOM

Napoli, 24 mag. (Apcom) – Stiamo vivendo una vera
e propria "emergenza democratica". Così l’ex presidente della
commissione Ambiente al Senato, Tommaso Sodano, raggiunto
telefonicamente da Apcom, commenta i fatti che si stanno verificando in
queste ore nel quartiere napoletano di Chiaiano.

"Sto
ragggiungendo Chiaiano per verificare di persona quanto sta accadendo.
Non è questa la strada, non è con l’uso della forza che si trovano
soluzioni per uscire dall’emergenza rifiuti – dice – abbiamo un ragazzo
ferito gravemente e pare una donna incinta che ha perso il suo bambino.
E’ una situazione insostenibile".

L’ex senatore del Prc
difende poi le richieste avanzate dalle popolazioni: "I manifestanti
chiedono soltanto che vengano offerte delle certezze sul rischio
inquinamento della falde dal momento che, soprattutto a Chiaiano,
esistono realtà agricole ed economiche rilevanti. Sono anni che si
utilizzano le emergenze per ricorrere a provvedimenti non accettati
dalla popolazione". Sodano si riferisce all’apertura del cantiere del
termovalorizzatore ad Acerra, della riapertura della discarica di
Ariano Irpino ed anche di quanto accaduto a Serre, comune del
salernitano.

Nessuna parola di apprezzamento, poi, per il
neosottosegretario ai Rifiuti Guido Bertolaso: "E’ inaccettabile che
dica che la situazione attuale è peggiore di quella dello scorso anno
quando, fin dal 2004, direttamente o indirettamente si è interessato
del problema rifiuti in Campania". "Se si continua a usare la forza
vorrà realmente dire – conclude – siamo veramente fuori strada".

 

http://notizie.alice.it/notizie/cronaca/2008/05_maggio/24/rifiuti_sodano_in_atto_emergenza_democratica,14914787.html

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Il proseguito de “La canzone del Maggio”…

Vasco Rossi –  Gli spari sopra.
 

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Altra munnezza in direzione Sardegna… l’emergenza che non e’ piu’ emergenza da 10 anni

Ecco un articolo decente dal nuovo gornale di Giorgio Melis (ex direttore del Giornale di Sardegna) "l’altra Voce", decente ma non esemplare, e’ comunque un passo avanti nell’analisi che in ritardo viene fatta sul problema munnezza. Ovviamente di cose da dire ce ne sono tante. un po’ di queste avevo provato ad accennarle in altri post che qui vi ripropongo, un po’ provero’ ad affrontarle in seguito. Se qualcuno volesse mandare suggerimenti o degli scritti sull’argomento non ha da che contattarmi e provvederlo a pubblicarli.

Intanto preparatevi a nuovi blocchi e scontri al porto canale all’arrivo delle navi.


 

 [Vecchi post che potete trovare anche in categoria Questione Sarda:]

 Tre racconti di chi era al porto canale a bloccare la nave dei rifiuti.

 [Cagliari] Scontri tra polizia e manifestanti, la nave attracca nel porto canale

 [Cagliari]
Epilogo di una giornata di resistenza: 40 fermati per resistenza a
pubblico ufficiale e scongiurato l’arrivo di altre navi durante la
notte.

 [Cagliari]
Sulla notte di scontri e sul perche’ dell’essere contro l’arrivo dei
rifiuti dalla Campania solidarizzando, allo stesso tempo, con la loro
lotta.

 Questione rifiuti: facciamo un po’ di chiarezza! Comunicato di a Manca pro s’Indipendentzia.

 


La profezia avverata della spazzatura

dopo Prodi, anche faraone Silvio
sacrifica la Sardegna: e le altre regioni?

di Andrea Pusceddu

Nello scorrere la lista dei ministri e sottosegretari del Berlusconi
IV – governo giunto al quarto episodio come Rambo ed Indiana Jones –
molti osservatori hanno subito sottolineato la mancanza di nomi sardi,
fatto salvo per Cossiga Junior,che però è sardo de Trastevere, ed ai
culurgiones preferirà l’amatriciana. Un ex presidente della Regione –
quello della Sardegna che doveva aprirsi alle Alpi – ha subito tenuto a
rassicurarci: il primo vero sardo al governo è lo stesso premier, e
penserà lui a tutelarci.

Comunque è vero che l’inquilino della Certosa ha gia iniziato a fare
il bene di noi isolani, evitando di mettere nei posti di comando una
classe politica che prima che dirigente è dirigibile: vuota, gonfia e
galleggiante nel nulla.

Questo amore di Berlusconi IV per la Sardegna è talmente evidente
che il primo atto ancora ufficioso del lieto quinquennio faraonico che
ci attende è stato quello di ospitare nella sua piramide, pardon,
villa, Vladimir Putin, il souvenir meglio conservato della Russia
comunista da guerra fredda, naturalmente se si esclude la mummia di
Lenin.

Silvio ama la Sardegna, ma come gli psicologi ben sanno, non c’è
amore che portato agli eccessi non porti a qualche squilibrio. Per
questo ci viene qualche sudore freddo leggendo un articolo su
Repubblica.it. L’argomento è quello dell’emergenza rifiuti in Campania,
sebbene il termine sia quantomai improprio, perché emergenza secondo il
dizionario vuol dire “improvvisa difficoltà o circostanza imprevista”,
e non ci è dato sapere cosa ci sia di improvviso o imprevisto dopo
decenni di degrado e malaffare.

Secondo quanto si legge, comunque “l cuore del problema resta dunque
la creazione di nuove aree dove trasferire e stoccare i rifiuti. Il
governo ne vorrebbe scegliere con tempi medio-lunghi una decina, anche
sconfinando i confini regionali”.

Visto tutto il grande amore di Berlusconi IV per l’isola dei sardi,
ci sentiamo profeti fin troppo facili nel prevedere che uno dei confini
regionali verrà valicato a bordo di un maleodorante traghetto diretto
in Sardegna.

Siamo alle solite, ma difficilmente questa volta troveremo i nostri
valorosi deputati del centrodestra sopra il gommone a fare i tigrotti
di Mompracem, e probabilmente sentiremo dire che dobbiamo essere grati
al Faraone che con la sua operazione ha rilanciato le attività del
Porto Canale, creato centinaia di nuovi posti di lavoro e magari
migliorato l’ambiente dando cibo a gabbiani e merdone che altrimenti
sarebbero morti per inedia.

Ironie a parte, la questione spazzatura è uno dei primi veri banchi
di prova che il nuovo governo dovrà superare. E Berlusconi è chiamato
dover per forza scontentare qualcuno, se vorrà risolverlo. Le
discariche e gli inceneritori, che si facciano a Napoli, in Sardegna
oppure in Val d’Aosta, scateneranno quelle stesse proteste e gli stessi
malcontenti che il centrodestra ha abilmente cavalcato per due anni.
Parliamo infatti di una forza politica che è arrivata portare in
Parlamento il capo della rivolta dei tassisti romani, persona che aveva
come unico e discutibile pregio quello di aver messo in ginocchio la
Capitale, e creato non pochi grattacapi al suo ex sindaco Veltroni.

In Sardegna si voterà tra un anno, e di primo acchito può sembrare
assurdo che Berlusconi regali la regione al PD inondandola di
spazzatura. Sarebbe un suicidio politico senza scusanti. Ma le strade
di Napoli inondate da mucchi di spazzatura fumante hanno raggiunto una
visibilità di livello mondiale. La posta in gioco è altissima, ed a
Palazzo Chigi si potrebbe decidere per una scelta cinica ma sensata.
Meglio perdere la Sardegna, che comunque è sempre in bilico, piuttosto
che fallire sulla Campania.

I giornali esteri ed anche quelli italiani non dedicherebbero certo
lo stesso spazio ad una vittoria del centrosinistra in Sardegna, se il
Governo avesse dalla sua una Napoli pulita e da cartolina.

D’altra parte, basta dare un’occhiata all’elenco delle scorse
candidature del PDL nei nostri collegi per rendersi conto di come la
nostra isola sia tutto tranne che un obbiettivo non sacrificabile:
molti dei seggi “sicuri” sono stati subappaltati fuori dai confini
isolani senza troppi complimenti.

I tempi per affrontare la questione sono stretti, ed a breve vedremo se ci sbagliamo o meno.

Speriamo davvero di sì, perché non è proprio il caso che solo la
Sardegna continui ad ospitare tutti gli scarti non riciclabili che ci
dirottano dalla penisola.

É ora che anche le altre regioni facciano la loro parte, che noi facciamo già tanto con il Billionaire.

 fonte:  http://www.altravoce.net/2008/05/21/emergenza.html

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Disegni indipendentisti targati Dr.Fonk (Parte 1a)

Stampa in adesivi, affiggi, copia come banner sul tuo sito o blog, mettilo nelle magliette, insomma fanne un po’ quel cazzo che ti pare.

 

 

Cuntra a sa gherra issoro!
 
http://contraasug8.altervista.org/

 

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Gesso in progress

Voglia di scrivere poca, voglia di uscire tanta… ma c’e’ un piccolo problema…

seu inghisciau! Porca Madosca! 

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Ciao Nicola.

Nicola Tommasoli e’ morto a 29 anni colpito dalla cultura dell’odio del diverso, una cultura propria dell’estrema destra. Sabato 17 maggio verremo a darti un degno saluto a Verona. Per il momento non credo ci sia bisogno di altre parole, solamente di esserci perche’ e’ il modo migliore per ricordarti.

Ancora un ciao a Nicola.

ed un ciao a Renato,

ed un ciao a Davide,

ed uno a Carlo. 

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