COLPEVOLI DI ANTIFASCISMO
Piove sugli antifascisti a Cagliari, piovono decreti penali di condanna e
avvisi orali. La polizia politica e alcuni magistrati ci accusano di
aver manifestato contro il fascismo e contro i fascisti in carne ed ossa
nella nostra città, in varie occasioni:
il 2 agosto 2007 contro il raduno nazista "sei diventata nera" previsto
pochi giorni dopo,
il 25 aprile del 2009 e 2010 contro i fascisti che hanno occupato il
centro della città, protetti dalla polizia, per celebrare i loro lugubri
riti.
Queste le principali iniziative perseguite/condannate, alle quali se ne
affiancano delle altre sempre poco gradite nei contenuti e nelle
pratiche ai nostri benemeriti vertici polizieschi.
Ma quali sono questi contenuti? La lotta contro il razzismo, contro il
fascismo, contro il “pacchetto sicurezza” e le sue leggi razziali e
classiste, contro la militarizzazione delle strade e dei quartieri,
contro le espulsioni e gli internamenti di uomini e donne che hanno la
sola colpa di non possedere il “documento giusto”.
Quali le pratiche? Le manifestazioni spontanee, auto-organizzate, e
quelle che si svolgono nell’immediatezza degli eventi, prive quindi del
necessario preavviso di tre giorni alla questura richiesto e che si
trovano quindi in una condizione di incerta legalità e sono esposte al
rischio di essere arbitrariamente disperse dalle forze statali.
I decreti di condanna che sono stati inviati consistono essenzialmente
in una proposta che il magistrato fa per conto dello stato al singolo
antifascista: paga un’ammenda e ammetti la colpa, in cambio di questo
atto di sottomissione questa vicenda si considera chiusa e non verrai
perseguito ulteriormente.
Ma noi non intendiamo aderire alla proposta e a questo provvedimento
faremo opposizione.
L’avviso orale consiste in una sorta di ammonimento a mantenere una
condotta “conforme alla legge” ma non è legato ad un reato specifico o
ad un giudizio ma semplicemente alla persona, alla sua condotta, a
quello che dice e pensa. È quindi un tipo di misura che, per la sua
genericità e arbitrarietà, può essere estesa praticamente a chiunque. È
inoltre l’anticamera necessaria per venire sottoposti alla sorveglianza
speciale, una serie di norme restrittive sulle libertà personali, nel
caso in cui l’ammonito non si ravveda e perseveri sulla “cattiva strada”
confermandosi così come una persona socialmente pericolosa.
Ma noi non intendiamo ravvederci e anche a questo provvedimento faremo
opposizione.
Vi è evidentemente la volontà di punire la semplice manifestazione
pubblica di un pensiero e di una volontà antifasciste, con una
repressione generalizzata. Grazie anche alla complicità dei giornalisti
che omettono e distorcono le informazioni, si cerca di impaurire il
singolo manifestante; sono palesi le minacce e le intimidazioni che
stanno dietro gli avvisi orali: partecipare a iniziative spontanee e
antagoniste può avere gravi conseguenze.
Ma c’è un antifascismo, vivo e vitale, che ancora ha il coraggio di
lottare contro il razzismo, il militarismo, la povertà e la guerra, che
si oppone alle parate dei fascisti che occupano le città con la
complicità e la protezione della polizia. Un antifascismo che viene
duramente represso. Gli antifascisti vengono spiati, schedati,
provocati, denunciati esattamente come accadeva nel ventennio. Questo
accade e sta accadendo, anche ora, anche a Cagliari.
“Insuscettibili di ravvedimento”